Pakistan: a Lahore oggi il processo di appello per Asia Bibi
Dopo più di quattro anni di carcere, i giudici del tribunale di appello apriranno
oggi il procedimento per la revisione della condanna di Asia Bibi, cristiana pakistana
condannata a morte senza prove sulla base della famigerata "legge sulla blasfemia".
Madre di cinque figli, Asia Bibi è stata arrestata nel 2009 con l'accusa di aver insultato
Maometto e quindi condannata a morte. La comunità internazionale, la Chiesa cattolica
e diverse organizzazioni per i diritti umani - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno
protestato contro questa sentenza, che ora dovrà essere analizzata dall'Alta Corte
di Lahore.
Il Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement - gruppo che
fornisce assistenza legale ai membri delle minoranze pakistane e alla stessa Bibi
- conferma l'appello. Il direttore della sezione pakistana, Joseph Francis, dice:
"Il caso ha tutto il nostro sostegno. Spero che non ci saranno pressioni degli estremisti
sui giudici, che devono gestire il caso con cura, considerazione e diligenza. Se i
giudici saranno lasciati liberi di prendere una decisione giusta, le accuse cadranno".
Nasir
Saeed, della sezione britannica, è meno positivo: "Non sarà per niente facile, soprattutto
per i giudici che si troveranno sotto gli occhi del mondo intero. Prego che Dio riempia
il loro cuore di coraggio e di fermezza, e che dia loro la forza di sconfiggere la
paura. Spero anche che seguiranno il diritto e lasceranno che a vincere sia la giustizia".
Cristiana
e madre di cinque figli, nel novembre 2010 Asia è stata condannata a morte in base
alla "legge nera" ed è in attesa della sentenza di appello sin da allora, rinchiusa
in isolamento nel carcere femminile di Sheikhupura (nel Punjab). Per la sua liberazione
si sono mobilitati il governatore del Punjab Salman Taseer e Shahbaz Bhatti, ministro
per le Minoranze religiose: entrambi sono stati assassinati nel 2011, per mano degli
estremisti islamici. Il Papa emerito Benedetto XVI ha lanciato un appello per la liberazione
di Asia Bibi, provata nel fisico e nel morale dalla lunga prigionia.
L'appello
dovrà decidere sul "crimine" commesso da Asia Bibi, ovvero aver bevuto un bicchiere
d'acqua raccolta da un pozzo di proprietà di un musulmano. Da qui l'accusa di aver
"infettato" la fonte, poi la discussione con le altre donne e, infine, l'incriminazione
per aver "insultato il profeta Maometto". (R.P.)