Mons. Carballo: il Pontificato di Papa Francesco, un soffio dello Spirito nella Chiesa
e nel mondo
In questi giorni sono stati davvero numerosissimi gli auguri e i commenti, in tutto
il mondo, per il primo anno di Pontificato di Papa Francesco, salito al soglio di
Pietro il 13 marzo 2013. Su questo anniversario Alberto Goroni ha intervistato
mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti
di Vita Consacrata e già ministro generale dei Frati Minori:
R. - Lo definirei
come un soffio dello Spirito. Papa Francesco, nella continuità di quanto chiesto dal
Vaticano II e certamente in continuità con quanto hanno cercato di fare i suoi predecessori,
ci invita costantemente ad un rinnovamento profondo di mente e di cuore, ad un rinnovamento
che abbia anche delle conseguenze molto concrete nella vita della Chiesa e di tutti
noi. Ci ha offerto un tale programma di vita, che se riuscissimo a portarlo avanti,
certamente molte cose cambierebbero. Quindi è stato un anno molto fecondo, un anno
in cui la Chiesa si è avvicinata all’uomo e alla donna di oggi; un anno in cui la
persona di Papa Francesco ha certamente suscitato molto entusiasmo e molte speranze,
sia all’interno della Chiesa che tra i non credenti o i non cattolici.
D.
- Cosa la colpisce maggiormente della personalità del Papa e del suo modo di essere
Vescovo di Roma?
R. - Mi colpisce, prima di tutto, la sua vicinanza: Papa Francesco
ama stare con la gente. “E’ un pastore che ha l’odore delle pecore”, per usare la
sua stessa espressione… Una vicinanza che si fa ascolto, dialogo, il che non impedisce
di prendere decisioni che lui crede necessarie quando arriva il momento opportuno.
Quindi, Papa Francesco sa coniugare molto bene la vicinanza e il dialogo con la sua
responsabilità di pastore della Chiesa universale e di Vescovo di Roma.
D.
- Il Papa ha più volte invitato i cristiani, in particolare i religiosi, ad evangelizzare
le periferie esistenziali. Come raccogliere questa sfida, in particolare da parte
del suo dicastero?
R. - Il Papa insiste costantemente su una Chiesa che deve
uscire, deve andare… Forse il verbo più coniugato da Papa Francesco, in questi mesi
di Pontificato, è proprio “andare”, “uscire”, che poi è il mandato di Gesù ai suoi
discepoli. E uscire, andare dove? Alle periferie esistenziali dell’uomo e della donna
di oggi, alle periferie della povertà e alle periferie del pensiero. Il Papa ai superiori
maggiori generali ha ricordato questo: la necessità urgente di andare alle periferie
della povertà, ma anche del pensiero. Il nostro dicastero, in questo momento, sta
incoraggiando i religiosi ad ascoltare questo appello urgente del Santo Padre. Anche
nel momento in cui le vocazioni diminuiscono e la tentazione del benessere tocca il
nostro cuore, è bene ricordare questo appello di Papa Francesco e questo bisogno della
Chiesa e del mondo: “Andare, andare, andare!”. E andare dove nessuno vuole andare.
In un certo senso i religiosi dovrebbero essere come i tappabuchi: proprio dove nessuno
vuole andare, lì è il posto da preferirsi per i religiosi.