Premio Templeton al sacerdote cattolico ceco Tomas Halik
Sacerdote e filosofo, ma non solo. È l’accademico ceco Tomas Halik, 65 anni, il vincitore
del premio Templeton 2014. L’annuncio giovedì a Londra. Negli anni Sessanta si laurea
in sociologia, filosofia e psicologia all’Università di Praga, negli anni Settanta
studia teologia e - bollato dal regime comunista dell’allora Cecoslovacchia come “nemico”
- viene ordinato segretamente sacerdote nella Germania Est. Per anni porta avanti
una vasta rete segreta di studiosi, teologi, filosofi e studenti dedicata a coltivare
le basi intellettuali e spirituali per uno Stato democratico. Divenuto stretto collaboratore
dell’ex presidente Vaclav Havel, si contraddistingue per l’impegno a favore della
tolleranza e del dialogo tra popoli, religioni e orientamenti politici diversi, nonché
per i rapporti con i non credenti. Ascoltiamo mons. Tomas Halik al microfono
di Philippa Hitchen:
R. – Many of my teachers, they were priests, they
spent many years in the comunist … Molti dei miei insegnanti sono stati sacerdoti
che hanno passato tanti anni nei campi di concentramento comunisti, nelle prigioni
e nelle miniere di uranio. Le possibilità di scrivere e pubblicare erano rarissime.
Molti di loro sono morti durante il comunismo. Attraverso questa loro esperienza di
prigionia, scoprirono qualcosa che sarebbe stato importante per i messaggi del Concilio
Vaticano II. In prigione incontrarono molte persone non cattoliche, alcuni non credenti,
e scoprirono che avevano qualcosa in comune; percepirono questa persecuzione come
una possibilità di purificazione della Chiesa. Mi dissero: “Abbiamo sognato che la
Chiesa del futuro sarà veramente una Chiesa al servizio degli oppressi e dei poveri”.
Penso che questo sia esattamente il messaggio del Vaticano II, importante anche per
Papa Francesco.
D. – Tutto ciò riecheggia il messaggio di Papa Francesco, nei
giorni in cui ricordiamo il primo anniversario del suo Pontificato. Quale pensa possa
essere l’impatto degli insegnamenti di Papa Francesco?
R. – I think he is
a spiritual man who is showing the nearness to the people… Penso che Papa Francesco
sia un uomo spirituale che sta dimostrando la sua vicinanza alle persone. Ho scritto
un libro, che si chiama “Touch the Wounds”, “Tocca le ferite”, e si riferisce ad una
scena del Vangelo di San Giovanni, quando San Tommaso tocca le ferite di Cristo e
pensa: “Questo è il mio Signore e il mio Dio”. Penso che i problemi, la miseria del
nostro mondo, la miseria sociale, siano le ferite odierne di Cristo. Quando noi ignoriamo
le ferite di Cristo non abbiamo diritto di dire: “Mio Signore e mio Dio”.