La Chiesa, il Vangelo, i poveri. Intervista al Papa di Radio Bajo Flores, emittente
di una baraccopoli di Buenos Aires
La Chiesa, il Vangelo, i poveri, la povertà al centro dell’intervista rilasciata nei
giorni scorsi da Papa Francesco all’emittente argentina “radio FM 88.1 Bajo Flores”
di una "villa miseria", una baraccopoli di Buenos Aires. La registrazione è stata
trasmessa giovedì 13 marzo, in occasione dell’anniversario dell’elezione al soglio
pontificio. Il servizio di Paolo Ondarza:
Un salto indietro
nel tempo a quando Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, si recava nella
parrocchia Madre del Popolo nel "barrio porteño" di Bajo Flores per celebrare l’Eucaristia
in mezzo ai poveri, intrattenendosi nelle loro case a prendere il mate o a salutare
malati e anziani ai quali portava la comunione. Questo ha rappresentato, per i tanti
presenti ieri alla celebrazione nella chiesa della "villa miseria" di Buenos Aires,
la trasmissione sui maxi schermi dell’intervista concessa in video dal “Papa de los
villeros”, questo il titolo della conversazione, a “radio FM 88.1 Bajo Flores”. Dodici
le domande sulla presenza concreta della Chiesa in mezzo agli emarginati. Papa Francesco
riflette sul lavoro pastorale dei "curas villeros", quei sacerdoti che lavorano nelle
periferie tra i più poveri e la cui pastorale egli stesso ha sostenuto e promosso
in qualità di arcivescovo di Buenos Aires; il Pontefice rimarca l’importanza dell’educazione
dei giovani e del loro accompagnamento durante la crescita. Quanto fanno i sacerdoti
nella "villa miseria" – spiega – “non è una cosa ideologica , ma una missione apostolica”.
Il riferimento è a quanto in passato è stato detto su questi preti, che, chiarisce
il Santo Padre, “non erano comunisti”, ma “grandi sacerdoti che ascoltavano il popolo
di Dio e lottavano per la giustizia”. Nell’intervista, il Papa esprime la necessità
“di avere un atteggiamento di povertà e servizio, di aiuto agli altri”, ma nel contempo
– prosegue - bisogna “lasciarsi aiutare dagli altri”, “abbiamo bisogno gli uni degli
altri”. Alla domanda su cosa gli piaccia di meno della sua missione di Successore
di Pietro, Francesco risponde: “il lavoro con le carte, quello d’ufficio, nel quale”
– confida – “ho sempre fatto fatica”. Quindi il Pontefice saluta affettuosamente i
carcerati e i loro familiari, a tutti ancora una volta chiede preghiere: “ho bisogno
del sostegno del popolo di Dio”.