Libia: è caos politico istituzionale. Nelle acque egiziane la petroliera caricata
illegalmente dai separatisti
In Libia è caos politico e istituzionale dopo la sfiducia del Parlamento, nei giorni
scorsi, nei confronti del premier Ali Zeidan fuggito poi in Germania. Da mesi, nel
Paese, persistono scontri tra milizie contrapposte e spinte secessioniste che osteggiano
il centralismo di Tripoli. Intanto è giunta in acque territoriali egiziane la petroliera
nordcoreana caricata illegalmente dai separatisti della Cirenaica e riuscita a sfuggire
al controllo dei militari a Sidra, motivo questo che ha innescato la sfiducia nei
confronti di Zeidan. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Pietro
Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa:
R. - La situazione
è di complessiva instabilità che sta irradiando le sue conseguenze in tutta la regione.
Un vero e proprio vuoto di sicurezza che le autorità interinali libiche non sono riuscite
a riempire dopo la caduta di Gheddafi e la guerra del 2011 e, non solo, non è mai
esistito negli ultimi anni che la Comunità internazionale abbia fatto una guerra da
qualche parte nel mondo senza poi pensare ad una missionedi stabilizzazione.
Curiosamente in Libia ce lo siamo dimenticati e queste di oggi sono le conseguenze.
In Libia oggi è più corretto parlare di “fazionalismo” su base locale.
D. -
Zeidan, storico oppositore di Gheddafi, fu designato proprio due anni fa con l’obiettivo
di ripristinare i servizi di base, la sicurezza del Paese e disarmare le varie milizie.
Venne rapito e rilasciato lo scorso anno; denunciò diversi tentativi di colpo di stato,
poi la fuga…
R. - Zeidan alla fine si è trovato in un gioco probabilmente più
grande di lui, in un contesto come quello libico - centrifugo e frammentato in diverse
realtà tutte più o meno a base locali - e di fondamentalismo, di quaedismo. A questi
attori locali rispondono sempre agende abbastanza circoscritte, molto personalistiche
che fanno riferimento alle varie tribù e clan, da sempre i principali protagonisti
della vita politica libica. Per cui, Zeidan si è trovato nel mezzo di questa situazione,
sequestrato per alcune ore per altro da milizie pagate dallo stesso ministero della
Difesa e questo è il grande paradosso del sequestro dello scorso autunno. Milizie
che volevano semplicemente ricordare al primo ministro, come si dice in gergo, “chi
è il vero padrone del negozio”.
D. - I separatisti della Cirenaica hanno più
volte ribadito di voler vendere greggio indipendentemente dalle autorità centrali,
accusando il governo di corruzione…
R. - Le milizie che controllano i terminal
sono molto organizzate e sono composte da tanti uomini, si parla di 20 mila agli ordini
di Ibrahim Jadaran persona scaltra e furba. Vedo quindi una situazione molto complessa,
non sarà facile per le milizie che fanno capo al ministero della Difesa libico di
riprendere il controllo dei terminal: si segnalano convogli di uomini armati da Tripoli
che si stanno spostando verso la Cirenaica. Non mi stupirei se si dovesse arrivare
ad uno scontro armato, perchè l’esportazione del petrolio da parte di Jadaran significa,
né più né meno, la secessione della Cirenaica vera e non quella decantata.
D.
- La Libia è andata oltre le divisioni tra Tripolitania, Fezzan e Cirenaica…
R.
- Tre complessi regionali separati che, non dimentichiamo, vennero messi insieme dall’Italia
negli anni ’20. Per cui, sarebbe un ritorno alle origini. La novità è che le aspirazioni
della Cirenaica, in questo caso, sono sostanziate dalle perdite delle esportazioni
petrolifere.
D. - In questo contesto comunque si cerca di lavorare alla costituzione
in vista anche delle elezioni generali nel Paese…
R. - Le elezioni sono state
programmate a luglio ma io non ci scommetterei, considerando anche che le recenti
elezioni per l’assemblea costituente hanno fatto registrare una bassissima affluenza
alle urne e non solo. In alcuni casi non sono state completate perché in alcuni seggi
non è stato possibile votare a causa delle violenze e delle tensioni. Per cui, anche
su questa nuova data delle elezioni, che dovranno portare alla nascita di un nuovo
Parlamento libico, io sarei cauto perché la situazione e la sicurezza del Paese è
precaria.