2014-03-12 14:28:50

Martinez: con Papa Francesco una fraternità che ricorda il miracolo di Pentecoste


Oggi ricorre il primo anniversario dell’elezione di Papa Francesco. Una delle immagini da lui usate in un’intervista alla Civiltà Cattolica per parlare della Chiesa è stata quella dell’“ospedale da campo”. Più volte Papa Francesco si è, infatti, soffermato sul tema del perdono, della misericordia di Dio. Sul senso di queste parole, Debora Donnini ha sentito Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito:RealAudioMP3

R. – Certamente è uno degli elementi chiave di lettura di questo Pontificato, che io definirei il Pontificato dell’autenticità cristiana. Parlare, infatti, di misericordia – lo diceva già Madre Teresa di Calcutta - significa guardare al linguaggio materno dell’umanità, al linguaggio che tutti capiscono, al di là degli steccati ideologici, delle appartenenze religiose, confessionali. E’ un Pontificato che sta profondamente umanizzando la storia. E’ un Papa che non rifugge dalle emozioni, dall’incontro, anzi è un Papa che lo suscita, ed è un incontro che alla fine deve regalare gioia. Questa è, in fondo, la firma dei Vangeli: quando Gesù passava beneficando, risanando, regalando misericordia, alla fine la gente lodava Dio, era nella gioia.

D. – Non a caso la prima esortazione apostolica di Papa Francesco si chiama "Evangelii gaudium". Il Papa, poi, ha invitato più volte ad andare verso le periferie esistenziali, ha parlato di una Chiesa che ha le porte aperte. Secondo lei, questa predicazione sta dando un nuovo slancio alla Chiesa verso l’evangelizzazione?

R. – Certamente, dopo il Sinodo sulla nuova evangelizzazione, Papa Francesco, ereditando questo importantissimo patrimonio d’idee, non poteva che dare alla Chiesa un passo missionario, come del resto era avvenuto in quell’importantissimo Convegno del 2007, ad Aparecida, in Brasile. Ecco perché il Papa vuole – l’ha ribadito più volte – una Chiesa incidentata, più che ammalata, non una Chiesa quindi ferma, statica, ma che sappia obbedire al dinamismo dello Spirito. Ed è in questo dinamismo il passo di Francesco, il passo della nuova evangelizzazione. Si è definito un Papa che veniva dalla periferia, ma va anche verso le periferie. E sin dall’inizio del Pontificato, nella sua prima uscita, ha voluto visitare una delle periferie di questo nostro tempo: la porta meridionale dell’Europa, Lampedusa. E poi è andato in Brasile, che rappresenta ancora - nonostante tutti i trend di crescita economica - un’altra importantissima periferia, per parlare ai giovani. In Papa Francesco le parole si coniugano con i gesti, portando davvero all’esaudimento non solo le attese del Concilio Vaticano II, ma i Pontificati che lo hanno preceduto. Non si può certamente capire Papa Francesco senza Paolo VI, Giovanni Paolo II e, in ultimo, Papa Benedetto XVI.

D. – Papa Francesco sta sicuramente registrando una grande popolarità fra le persone, anche fra persone che sono lontane dalla Chiesa. Si sente il fascino di questo Papa così, in un certo senso, “normale”...

R. – In occasione della festa di San Valentino, il 14 febbraio, il Papa ha voluto i fidanzati in Piazza San Pietro. C’era uno striscione che diceva: “Siamo tutti bergogliosi”, quasi a dire siamo tutti orgogliosi di questo Papa. E colpisce che lo siano i lontani, anche coloro che confessano altre fedi, altri credi. Sembra di rivedere il giorno di Pentecoste. C’è da dire poi che la crisi morale, la crisi spirituale, che il mondo sta vivendo è profonda. Il mondo ha bisogno di riferimenti e, in questo senso, dobbiamo leggere la visita del presidente Putin, la prossima visita del presidente Obama, della Regina Elisabetta, senza trascurare le aperture verso l’Est. Si pensi all’annunciato viaggio in Corea, certamente alla visita in Terra Santa e all’incontro tra le tre religioni monoteiste, oltre che al dialogo importante con gli ortodossi. E’ passato un anno, eppure in un anno questo Pontificato vanta già dei record straordinari e questo dato della comunione, della fraternità, che il Papa riesce a suscitare, davvero ci ricorda il miracolo della Pentecoste.

Ultimo aggiornamento: 13 marzo







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