Ucraina:il Congresso Usa condanna l'intervento russo. Oggi il premier Iatseniuk alla
Casa Bianca
Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniouk è atteso oggi alla Casa Bianca e domani
al Palazzo di vetro, nuovo segnale di sostegno americano al governo ad interim di
Kiev proprio nel momento in cui Mosca rafforza la sua pressione sulla Crimea. Ieri
il Parlamento della penisola ha votato la piena indipendenza anticipando di fatto
il referendum di domenica prossima, che la comunità internazionale continua a ritenere
illegale. Il servizio di Gabriella Ceraso00:01:40:85
Quella
di Mosca è una violazione dell’integrità territoriale ucraina e Putin è una minaccia
per la stabilità dell’est europeo bisogna rispondere con sanzioni economiche e commerciali
anche contro le banche e le organizzazioni statali russe. E’ quanto ha chiesto al
presidente Usa Obama il Congresso, alla vigilia della visita alla Casa Bianca del
premier ucraino ad interim Yatseniuk che prenderà la parola anche al Consiglio di
sicurezza dell’Onu domani. Si rafforza dunque l’asse di appoggio a Kiev da parte dell’occidente,
anche con la Germania che accusa Mosca di voler annettersi la Crimea,le richieste
di sanzioni specie da Francia e Regno Unito e il sostegno da un miliardo varato ieri
dalla Commissione Ue. Intanto da Kiev a parlare è il presidente ad interim Turcinov
che boccia come illegittimo il sì all’indipendenza votato dal Parlamento regionale
di Crimea, e avverte che non ci sarà intervento militare in caso di annessione per
impedire indebolimenti di truppe al confine est. Il referendum definito una farsa
da Turcinov e da buona parte della comunità internazionale sembra però inevitabile:
il commento di Aldo Ferrari dell’Istituto Studi politica internazionale:
A
questo punto, essendo andati così tanto avanti in tutte le direzioni – e mi permetto
di dire che gli errori sono stati gravissimi da parte di quasi tutti attori, da Yanukovich
all’Unione Europea alla Russia – direi che se si vuole evitare lo scenario peggiore,
che è quello della secessione della Crimea e potenzialmente anche di altre regioni
russofone dell’Ucraina orientale, con devastanti conseguenze in Europa e nelle relazioni
internazionali, la cosa migliore, per quanto non semplice da realizzare, sarebbe una
grande conferenza internazionale nella quale ridiscutere in sostanza il posizionamento
e la struttura stessa dell’Ucraina, cioè ritornare indietro e vedere esattamente di
risolvere questa instabilità, che ormai da 20 anni caratterizza l’Ucraina indipendente,
che evidentemente così com’è strutturata non riesce ad essere stabile.