2014-03-11 13:27:50

Legge elettorale. Approvate le basi dell'"Italicum". Polemica per il no alle "quote rosa"


Riforma della legge elettorale. L'Aula di Montecitorio ha approvato l'emendamento che rappresenta il "cuore" dell'Italicum e contiene i "pilastri" del patto siglato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Ovvero, le soglie di sbarramento, il premio di maggioranza al 15% e i criteri e algoritmi per la ripartizione dei seggi. Molti i malumori in aula dopo il mancato voto ieri sera sugli emendamenti bipartisan relativi alle quote rosa. “Un’opportunità persa” è stato il commento della presidente di Montecitorio, Laura Boldrini. Paolo Ondarza ha raccolto due opinioni opposte: quella di Costanza Miriano, giornalista e scrittrice, e di Lella Golfi, presidente della Fondazione Bellisario. Ascoltiamole a partire da quest’ultima:RealAudioMP3

R. – La pagina di ieri è una pagina molto triste: non solo di amarezza, ma aggiungerei anche di rabbia. Una occasione sprecata! Era una medicina per curare un po’ un malato che ha bisogno di essere curato, perché in Italia, bisogna ricordarlo, il maschilismo è tanto. Da ex parlamentare voglio aggiungere che forse si sarebbe potuto lavorare meglio, perché non si può arrivare improvvisamente in aula: bisogna creare fuori dall’aula, nella società, nel Paese e tra le donne delle convergenze. E’ un po’ come ho fatto io con la mia legge sulle quote di genere – la 120, approvata – che riguarda la partecipazione al 30% delle donne nelle società quotate e partecipate.

D. – Dal suo punto di vista, il sistema delle quote rosa rende giustizia effettivamente a una parità uomo-donna?

R. – Chiamiamole quote di "genere", perché secondo me forse rendono di più quello che si vuole fare e quello che dobbiamo fare. Nelle società quotate – quando io ho presentato la mia proposta di legge – sedeva soltanto un 5% e poco più, mentre oggi siamo arrivati al 18%. Quindi, stiamo coprendo un deficit di una società. Poi, io sono convinta che le donne, nelle società e nel parlamento, parlino un’altra lingua nei confronti delle altre donne: sono più sensibili, con una visione diversa, più vicine alle donne.

D. – Costanza Miriano, perché “no” alle quote rosa?

R. – Io credo bisognerebbe spostare l’obiettivo e chiedere una diversa partecipazione nel mondo del lavoro, cioè con un contributo diverso, perché noi siamo chiamate anche ad accudire la vita. Nei primi anni, sicuramente dobbiamo avere una disponibilità di tempo maggiore per accudire i figli. Quindi, io credo che una donna che chieda gli stessi diritti degli uomini manchi di ambizione. Bisogna chiedere di partecipare, ma in un modo diverso, con tempi diversi. Non è facile trovare la strada.

D. – Quindi, “no” alle quote rosa così come sono state formulate…

R. – “No” alle quote rosa tout court, perché appunto chiedono di entrare in un mondo maschile, piegandosi ai tempi e ai modi maschili. Questa è violenza, diciamo che è fare violenza all’essenza femminile, che è profondamente e strutturalmente diversa da quella maschile.

D. – Lei è d’accordo con chi dice che le quote rosa non rendono giustizia al merito?

R. – Sì, esatto. Credo che la maggioranza delle donne fondamentalmente abbia più a cuore la relazione e la vita personale, che difficilmente è conciliabile con un lavoro che richiede una dedizione totale, come è il lavoro per gli uomini. Quindi, alla fine andrebbero avanti solamente le donne disposte a immolare sull’altare della professione la propria vita personale. E questo significherebbe, alla fine, negare il contributo femminile perché significa far andare avanti un tipo di donna che non rappresenta tutte le donne.







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