La Camera dice no alle preferenze nella legge elettorale
Momenti decisivi per la legge elettorale alla Camera. L'Aula ha bocciato a voto segreto
l'emendamento di Fdi che puntava all'introduzione delle preferenze nella legge elettorale.
Passati invece gli emendamenti per introdurre le soglie di sbarramento e il premio
di maggioranza. Giampiero Guadagni Tiene
dunque l’accordo Renzi-Berlusconi. L’Italicum passa l’esame della Camera. Anche se
con una maggioranza esigua: l’aula ha infatti bocciato per soli 35 voti a scrutinio
segreto l’emendamento che avrebbe reintrodotto le preferenze. E per 20 voti la proposta
di introdurre la doppia preferenza con parità di genere. Approvato con più larga maggioranza
il pilastro della riforma. E cioè: soglia del 37% per ottenere il premio di maggioranza,
del 12% per i partiti in coalizioni, dell'8% per quelli non coalizzati. Introdotto
il sistema del doppio turno di ballottaggio per le due coalizioni o partiti più votati
che non riescono a raggiungere la soglia del 37%. In una animata assemblea del Pd,
il premier Renzi ha detto: non c'è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno
chiaro che ha preso il partito. Ma l’ex segretario Bersani ha sostenuto che al Senato
l’Italicum andrà cambiato. E all'indomani della bocciatura degli emendamenti sulla
parità di genere, il premier assicura: se ci saranno le condizioni riapriremo la discussione
in Senato. Renzi annuncia poi che entro quindici giorni sarà formalizzato un atto
parlamentare su riforma del Senato e del Titolo. Dunque in sostanza sembra reggere
il patto Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale. Alessandro Guarasci ha sentito
il parere del costituzionalista Enzo Balboni R. –
I due personaggi che hanno negoziato e che poi hanno raggiunto l’accordo su un testo
hanno ritenuto di fare l’uno all’altro delle reciproche concessioni, guadagnando qualcosa,
perdendone altre. Però, hanno stabilito un testo che doveva servire al fine, poi,
di dare un riassetto stabile, eventualmente, alla legislatura, e fare le riforme.
La legge elettorale è figlia di quel compromesso. Da questo punto di vista, chi ritiene
che il compromesso sia valido, accetta anche gli aspetti tecnici che sono altrimenti
difettosi.
D. – E’ una mancanza importante, secondo lei, l’assenza delle preferenze,
oppure con collegi piccoli e liste corte, in qualche modo, si rimedia?
R. –
Il dato delle preferenze è sempre difficilissimo da valutare. Una misura ragionevole
poteva essere quella di dare la possibilità di una preferenza. Se passasse una preferenza
maschile e una femminile non sarebbe, a mio avviso, una cosa sbagliata.