Paraguay : i vescovi chiedono giustizia per le comunità contadine sfollate dalle loro
terre
A conclusione della prima Assemblea Plenaria di quest’anno, l’episcopato del Paraguay
ha pubblicato un messaggio per la Quaresima nel quale presenta una realtà nazionale
sopraffatta dai problemi e dalle sofferenze del popolo paraguaiano. Nel testo, l’episcopato
fa un appello alle autorità perché ci sia un trattamento degno e una sentenza definitiva
per i contadini che da venti giorni compiono uno sciopero della fame nel carcere di
Curuguaty. I contadini sono stati arrestati dopo gli scontri con le forze dell’ordine
che nel 2012 - dopo il massacro di 11 contadini -, che portarono alla crisi politica
e alla destituzione del presidente Fernando Lugo. Nel documento, i vescovi avvertono
sulle minacce alla salute, all’integrità e alla cultura dei contadini sfollati dalla
loro terra per la pressione esercitata da grandi imprese agroalimentari nazionali
e multinazionali che usano prodotti tossici senza alcun rispetto per l’ambiente. Nel
messaggio, l’episcopato lamenta che per queste imprese non ci sia nemmeno l’obbligo
tributario che comporterebbe una distribuzione equa delle ricchezze che genera il
Paese. “Abbiamo costatato – affermano i vescovi - che non si ferma l’esodo dei contadini
e che la precarietà della salute, dell’educazione e della giustizia è una costante
nel Paese”. L’episcopato lamenta l’abbandono delle comunità indigene, la rovina del
sistema educativo nazionale, lo scandalo permanente della corruzione morale, la politicizzazione
delle istituzioni dello Stato prive di autonomia e d’indipendenza e la disoccupazione
dei giovani. Viene poi ricordato che le scuole paritarie cattoliche compiono un ruolo
chiave nell’educazione dei settori più poveri della società e per tanto devono essere
legittimamente beneficiate dai fondi che lo Stato elargisce solo per le scuole pubbliche.
Infine, i vescovi ispirati nell’esortazione Evangelii Gaudium di Papa Francesco, s’impegnano
ad accompagnare il popolo paraguaiano nella speranza e nel dolore in questo cammino
verso la Pasqua del Signore. (A.T.)