Mozambico. I vescovo di Tete denuncia: "Multinazionali sempre più ricche, popolazione
sempre più povera"
In Mozambico, le multinazionali non rispettano le leggi, i contadini non vengono risarciti
e abbandonano i propri villaggi ridotti alla miseria: è la denuncia di mons. Inácio
Saure, vescovo di Tete. Ascoltiamo la testimonianza di padre Graziano Castellari,
missionario comboniano, collaboratore di Nigrizia, intervistato da Maura Pellegrini
Rhao:
R. - La situazione
sta sempre peggiorando perché per fare soldi non si interessano più della gente, ma
si interessano più dei soldi delle multinazionali. Quello è il problema più grave.
D.
– Il pericolo di nuove rivolte è sempre più concreto...
R. – C’è un clima sociale
molto degradato in tutto il Mozambico. La zona di Tete è la più pericolosa perché
è l’area più ricca e tutte le multinazionali si lanciano su questa zona per accaparrarsi
le risorse.
D. – Qual è il ruolo dello Stato in tutto questo?
R. –
Lo Stato esige poco dalle multinazionali e molto dalla gente. Hanno moltissime facilitazioni
e queste contribuiscono ad evidenziare la disuguaglianza di trattamento tra le multinazionali
e la popolazione. In questo momento la popolazione non gode per niente dei suoi benefici,
del terreno e delle risorse che hanno; è proprio quella che soffre di più per gli
immensi giacimenti che ci sono e che non restituiscono niente a loro.
D. –
Le proteste precedenti, dunque, non hanno riscosso nessun successo...
R. –
I contadini, in tutto il Mozambico, non hanno avuto successo: hanno sempre perso questi
grandi appezzamenti di terra perché il governo appoggia le multinazionali e le vuole.
Le richieste presentate al governo non sono state ricevute e quindi la popolazione
non ottiene nessun risultato.