Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella prima domenica di Quaresima, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù,
condotto dallo Spirito nel deserto, viene tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato
quaranta giorni e quaranta notti, il tentatore gli si avvicina dicendogli: «Se tu
sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma Gesù risponde:
«Sta
scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di
Dio”».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele
Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater”
di Roma:
Abbiamo iniziato
la Quaresima, tempo forte di conversione, cammino gioioso verso la Pasqua. Il Vangelo
ci presenta Gesù condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo.
I quarant’anni in cui Dio tiene Israele nel deserto per prepararlo ad accogliere il
dono della terra promessa; i quaranta giorni che Cristo trascorre nel digiuno e nella
preghiera per entrare nella missione affidatagli dal Padre, sono un’immagine della
vita dell’uomo sulla terra. Anche noi dobbiamo passare attraverso la prova, la tentazione.
Perché? S. Antonio del deserto afferma: “Togli la tentazione e nessuno si salva” (S.
Atanasio, Vita di Antonio. Apoftegmi – Lettere, apoftegma 5). E S. Giacomo: “Considerate
perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la
vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua
in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla” (1,2-4). Ecco il
significato della Quaresima: ritrovare la letizia, la bellezza della fede, imparando
a riconoscere in noi e attorno a noi l’opera del demonio, “lo spirito che nega sempre”
(Goethe): il tentatore, colui che mette tranelli, che inganna; il diavolo, colui che
si mette in mezzo, che ti fa lo sgambetto a tradimento; e satana, l’accusatore, il
nemico per eccellenza, il “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44). Questo cammino
è necessario per unirci al combattimento vittorioso di Cristo, con le armi del digiuno,
della preghiera e dell’elemosina, insieme a tutta la Chiesa, e giungere a rinnovare
nella notte di Pasqua la grazia del Battesimo che segna la fine del peccato e l’inizio
di una vita nuova.