Convegno internazionale su Edith Stein: la riflessione di Angela Ales Bello
Approfondire il pensiero filosofico di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo
Edith Stein, morta ad Auschwitz sotto il nazismo. Questo l’obiettivo del Convegno
internazionale “Edith Stein e l’antropologia filosofica”, svoltosi alla Pontificia
Università Lateranense. Antonella Pilia ne ha parlato con la prof.ssa Angela
Ales Bello, direttore dell’Area internazionale di ricerca “Edith Stein nella filosofia
contemporanea” della Lateranense:
R. - Noi abbiamo
istituito presso l’Università lateranense un’area di ricerca dedicata a Edith Stein
e abbiamo iniziato questa attività cercando di analizzare come questa pensatrice tedesca
affronti la questione dell’essere umano, cioè chi è l’essere umano, chi siamo noi.
E quindi antropologia filosofica vuol dire proprio questo: una riflessione teorica
sulla base dei numerosi scritti che la Stein ci lascia su questo argomento.
D.
- Qual è l'elemento più originale del pensiero di Edith Stein?
R. – La proposta
della Stein si inserisce in una filosofia contemporanea chiamata fenomenologia, che
vuol dire l’analisi del fenomeno essere umano, cioè dell’essere umano così come si
presenta sia nella nostra persona che nell’incontro con gli altri. Da questo punto
di vista si sottolinea una complessità dell’essere umano, cioè il fatto che non è
soltanto un corpo ma ha anche una dimensione psichica e una dimensione spirituale.
Questa tripartizione è molto importante, soprattutto nel mondo contemporaneo, perché
significa che non ci si può ridurre soltanto ad un aspetto - quindi spesso la corporeità
o soltanto la psiche - ma si sottolinea la presenza di tutte e tre le dimensioni,
compresa quella spirituale, per costituire effettivamente una persona.
D. -
Voi avete sottolineato che, nel suo pensiero, Edith Stein è riuscita a coniugare la
filosofia passata con quella contemporanea…
R. - Ecco, la Stein si è resa conto
che l’interpretazione della persona, sulla quale noi ci siamo soffermati in questo
convegno, ha radici lontane, soprattutto nella filosofia dell’età medievale, quindi
nei pensatori come Sant’Agostino e San Tommaso, i quali avevano sottolineato l’aspetto
spirituale, l’anima dell’essere umano. Inoltre, si era resa conto che anche la corrente
fenomenologica alla quale lei apparteneva aveva indicato questa dimensione. Allora,
lei crede che sia possibile questo incontro fra passato e presente, anzi, in questo
consiste la sua originalità nel contesto filosofico contemporaneo: non aver rinnegato
il passato e non essere rimasta al passato, come spesso succede.
D. – Possiamo
dire che Edith Stein rappresenti un modello per il mondo universitario, grazie al
suo impegno nella ricerca scientifica unito a una forte testimonianza di fede...
R.
– Certo. Anche se la sua preparazione scientifica non era propriamente da scienziata,
tuttavia Edith Stein è molto sensibile alla scienza del suo tempo e a tutti gli studi
sull’organismo, per esempio, che erano stati fatti alla sua epoca e ci aiuta in questa
direzione anche a trovare completamenti e a rispondere a sollecitazioni che spesso
sono soltanto riduttive.