2014-03-07 14:27:56

Ucraina: la Crimea convoca il referendum per entrare in Russia. Al via le Paralimpiadi di Sochi


Si acuisce la tensione tra la Russia e la comunità internazionale sulla Crimea. Quest’ultima ha convocato un referendum, in programma il 16 marzo, per passare sotto l’egida di Mosca. Intanto oggi si aprono le Paralimpiadi a Sochi, tra il boicottaggio generale della cerimonia come conseguenza delle tensioni con Kiev, propria la delegazione ucraina invece sarà presente. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Sono almeno 30mila i soldati russi presenti in Crimea. A riferirlo una televisione ucraina in una giornata densa di avvenimenti. Intanto è giallo sulle condizioni di salute dell’ex Presidente Yanukovic, sarebbe ricoverato in gravi condizioni in una clinica di Mosca a causa di un infarto. A preoccupare la comunità internazionale è invece il referendum convocato dalla Crimea il prossimo 16 marzo per entrare in Russia, una scelta che da Mosca definiscono “storica”. “Sarà rispettato qualsiasi esito delle urne”: aggiungono ma tanti Paesi definiscono la consultazione “incostituzionale”. Una vicenda che è stata toccata anche da Putin e Obama ieri al telefono. Gli Stati Uniti hanno rilanciato la necessità di un’azione diplomatica incisiva mentre la Russia ha ribadito che non si mettono in crisi le relazioni tra i due Paesi per “problemi internazionali isolati”. Intanto Mosca respinge anche la minaccia di sanzioni progressive da parte dell’Unione Europea e afferma che quanto sta accadendo in Crimea ha “una genesi interna”. Nel giorno dell’apertura delle Paralimpiadi di Sochi, giungono molte defezioni alla cerimonia di stasera alla quale sarà presente il Presidente russo Putin. Non ci saranno le delegazione di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Norvegia e Finlandia, solo gli atleti sfileranno in pista. Presente a sorpresa una rappresentanza ucraina che però ha minacciato di lasciare i Giochi se la situazione dovesse precipitare.

Sulla vicenda ucraina ed in particolare su quanto le condizioni di salute di Yanukovic potrebbero cambiare l’atteggiamento della Russia. Benedetta Capelli ha raccolto il commento di Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana, esperto dell’area:RealAudioMP3

R. – Io credo che Yanukovich sia una figura ormai fuori dai giochi: lo si è visto anche dall’accoglienza che ha avuto nelle prime ore del suo “esilio” in Russia: è stato ignorato, non è mai comparso affianco ai leader russi. Ovviamente, speriamo che si rimetta ma politicamente è già scomparso.

D. – Per quanto riguarda il referendum convocato dalla Crimea il prossimo 16 marzo: molti Paesi dell’occidente definiscono questa consultazione incostituzionale. Dall’altro lato, invece, c’è Mosca che dice: “Noi accetteremo qualsiasi risultato”. Un Paese ha il diritto di indire un referendum sulla propria autonomia?

R. – E’ una vecchissima questione: è la classica questione del doppio standard con cui si giudicano fenomeno analoghi. Qualcuno dovrebbe spiegare qual è la sostanziale differenza che c’è – per esempio – tra il caso del Kosovo e il caso della Crimea, perché alcuni hanno diritto all’autodeterminazione e altri no… Vorrei dire che non si può fare dell’autodeterminazione dei popoli un totem assoluto. Insomma, questa cosa dell’autodeterminazione dei popoli viene usata e tirata un po’ di qua e un po’ di là secondo la convenienza politica del momento. Dirimere questa questione è impossibile, e infatti nessuno ci riesce, neanche le grandi istituzioni internazionali. Non è che dal punto di vista istituzionale – strettamente istituzionale – sia molto più legittimo destituire con disordini di piazza un governo comunque legittimamente eletto …

D. – La Russia ha ribadito agli Stati Uniti che quanto accade in Crimea ha una genesi interna e che non pesa sulle relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca. Questa posizione di Mosca è una reazione alle ingerenze di alcuni Paesi nella vicenda della Crimea?

R. – Questa questione è come quella dell’autodeterminazione dei popoli: vista da destra e vista da sinistra. E’ chiaro che la Crimea è una questione interna, ma è altrettanto chiaro che è una questione interna su cui ci sono state pesanti interferenze esterne, come quelle – appunto – della Russia. La stessa cosa, onestamente, lo si può dire dell’intera questione ucraina, che è una questione interna, perché il regime di Yanukovich era ormai diventato insopportabile ai più, su cui si sono esercitate pesanti interferenze esterne. Voglio dire: nel momento in cui un ex candidato alla Casa Bianca come il senatore John McCain, senza essere minimamente smentito da Washington, si reca a Kiev e tiene un comizio contro le autorità locali a favore di un partito di estrema destra come “Svoboda”, interferisce dall’esterno con una situazione interna. Idem le autorità europee. Qui, hanno tutti il naso lungo per le bugie, diciamola così …

D. – Oggi l’apertura delle Paraolimpiadi di Sochi: molte le defezioni. L’Ucraina ha detto che non boicotterà i giochi. Come leggere questa novità?

R. – Io credo che in questo momento il governo provvisorio dell’Ucraina sia estremamente attento a non provocare nessuno: non provocare la Russia, naturalmente, che è – in questo momento – l’interlocutore più temibile, ma anche non provocare una piazza – quella interna, ucraina – che, non dimentichiamoci, è la vera fonte di autorevolezza e di autorità di questo governo provvisorio che, non a caso, ha dovuto passare l’esame della piazza prima di passare quello del Parlamento. Credo che in questo momento le autorità di Kiev cerchino di pattinare su questo ghiaccio molto sottile, cercando di arrivare alla scadenza delle elezioni presidenziali anticipate, fissate per maggio. Credo che in questo momento sia molto più importante per Kiev riuscire a ottenere dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti quei finanziamenti che sono indispensabili per la sopravvivenza dello Stato.







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