2014-03-07 14:34:45

Simposio sulla gestione dei beni ecclesiastici dei religiosi. Mons. Carballo: la trasparenza è credibilità


Gli Economi e le Econome generali di più di 500 Istituti di Vita consacrata provenienti da ogni parte del mondo partecipano questo sabato e domenica al Simposio internazionale su “La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita Apostolica a servizio dell’humanum e della missione della Chiesa”, presso la Pontificia Università Antonianum, a Roma. L’evento, organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita Apostolica, sarà aperto dall’intervento del cardinale prefetto del Dicastero, João Braz de Aviz. Presiederà i Vespri di sabato, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. “Lo scopo di questo Simposio è per il momento iniziare una riflessione profonda sulla gestione dei beni ecclesiastici da parte dei consacrati”, ha detto il segretario della stessa Congregazione, mons. José Rodriguez Carballo. Debora Donnini lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Prima di tutto questo Simposium è stato proposto alla Congregazione dal Santo Padre, perché certamente lui conosce la complessità della gestione dei beni ecclesiastici da parte dei consacrati e non soltanto. Questo desiderio del Santo Padre è venuto incontro ad un desiderio anche nostro, perché nella Congregazione stiamo vedendo che questa gestione, se non viene ben fatta, porta a delle conseguenze molto serie e a volte gravissime per gli Istituti stessi. Per adesso si tratta di iniziare una riflessione, condividere la complessità di questa tematica con gli Economi e i Superiori maggiori che partecipano, e arrivare a degli orientamenti. Il Dicastero sta preparando, già da alcuni mesi, alcuni orientamenti riguardo a questa gestione. Pensiamo dopo il Congresso - arricchito dalla partecipazione di tanti fratelli e sorelle - di poter offrire orientamenti precisi a tutti gli Istituti religiosi.

D. - Oggi più che mai è necessaria la trasparenza. Quali scelte economiche fare di fronte alle esigenze di evangelizzazione?

R. - Io credo che nel campo della trasparenza si sia fatta certamente molta strada. Posso dire che sono molte le Congregazioni che hanno audit annuali e che si fanno certificare i bilanci delle opere; sono molte le Congregazioni con scelte economiche condivise all’interno e con la partecipazione di esperti dall’esterno. Nel Simposio vogliamo insistere molto sulla trasparenza, perché crediamo che la trasparenza sia fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione. Nella trasparenza ci giochiamo la credibilità! E questo non può mettersi in gioco.

D. - Secondo lei, per gestire i beni ecclesiastici nel modo migliore è importante valorizzare le persone, cioè formare bene coloro che li gestiscono?

R. - Questo è imprescindibile. Non arriveremo mai ad una gestione dei beni adeguata senza una formazione profonda - dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista carismatico - di chi gestisce quei beni. Quindi la formazione alla dimensione economica nella linea del proprio carisma è fondamentale, affinché le scelte nella missione possano essere innovative e profetiche. Devo dire che gli Istituti stanno investendo molto nella formazione, ma ancora oggi si improvvisa molto. Ecco perché anche il Simposio insisterà sulla formazione iniziale, nella quale si devono prevedere percorsi di educazione alla dimensione economica e gestionale, ai costi della vita e della missione. I nostri giovani, in formazione iniziale, devono sapere quanto costa la luce, l’acqua, il riscaldamento…

D. - Ci vuole formazione professionale e formazione cristiana?

R. - Certo, e direi anche umana. Ecco perché l’aspetto della gestione dei beni deve entrare pienamente nella formazione iniziale, però - allo stesso tempo - deve farsi una formazione per gli Economi. Questa formazione deve sensibilizzare gli Economi a tutti i valori, e concretamente e soprattutto ai valori evangelici della generosità, della solidarietà, della comunione.

D. - Organizzazione economica e Provvidenza: un binomio non sempre facile da armonizzare, almeno apparentemente…

R. - Alla luce della Sacra Scrittura possiamo dire che il grande pericolo delle ricchezze è proprio che ci fanno dimenticare Colui dal quale procedono tutti i beni: perché soltanto Lui è il proprietario assoluto! “Non si possono servire due padroni”, dice Gesù nel Vangelo. Quindi noi dovremo anche, attraverso una gestione dei beni giusta, lasciare alla Provvidenza il posto che le appartiene.

D. - Cosa dire alla gente dinanzi ad alcune vicende che hanno scandalizzato l’opinione pubblica?

R. - Prima di tutto si deve chiedere perdono! Si è sbagliato, anche a volte con buona coscienza. Io suppongo che c’è stata buona coscienza. Prima di tutto, perché i beni sono di Dio, non nostri; secondo, chiedere perdono ai poveri, perché di solito gli Istituti di Vita consacrata vivono della generosità dei poveri. E’ necessario quindi prendere delle misure tali da correggere immediatamente questi sbagli, voluti o non voluti e quando dico “voluti” non intendo dire che si cercano direttamente, ma certamente se non si ha una vigilanza adeguata, bisogna mettere in atto dei mezzi affinché questi sbagli vengano corretti immediatamente.







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