Simposio sulla gestione dei beni ecclesiastici dei religiosi. Mons. Carballo: la trasparenza
è credibilità
Gli Economi e le Econome generali di più di 500 Istituti di Vita consacrata provenienti
da ogni parte del mondo partecipano questo sabato e domenica al Simposio internazionale
su “La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di Vita consacrata e delle Società
di Vita Apostolica a servizio dell’humanum e della missione della Chiesa”,
presso la Pontificia Università Antonianum, a Roma. L’evento, organizzato dalla
Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita Apostolica,
sarà aperto dall’intervento del cardinale prefetto del Dicastero, João Braz de Aviz.
Presiederà i Vespri di sabato, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. “Lo
scopo di questo Simposio è per il momento iniziare una riflessione profonda sulla
gestione dei beni ecclesiastici da parte dei consacrati”, ha detto il segretario della
stessa Congregazione, mons. José Rodriguez Carballo. Debora Donnini
lo ha intervistato:
R. - Prima di
tutto questo Simposium è stato proposto alla Congregazione dal Santo Padre,
perché certamente lui conosce la complessità della gestione dei beni ecclesiastici
da parte dei consacrati e non soltanto. Questo desiderio del Santo Padre è venuto
incontro ad un desiderio anche nostro, perché nella Congregazione stiamo vedendo che
questa gestione, se non viene ben fatta, porta a delle conseguenze molto serie e a
volte gravissime per gli Istituti stessi. Per adesso si tratta di iniziare una riflessione,
condividere la complessità di questa tematica con gli Economi e i Superiori maggiori
che partecipano, e arrivare a degli orientamenti. Il Dicastero sta preparando, già
da alcuni mesi, alcuni orientamenti riguardo a questa gestione. Pensiamo dopo il Congresso
- arricchito dalla partecipazione di tanti fratelli e sorelle - di poter offrire orientamenti
precisi a tutti gli Istituti religiosi.
D. - Oggi più che mai è necessaria
la trasparenza. Quali scelte economiche fare di fronte alle esigenze di evangelizzazione?
R.
- Io credo che nel campo della trasparenza si sia fatta certamente molta strada. Posso
dire che sono molte le Congregazioni che hanno audit annuali e che si fanno
certificare i bilanci delle opere; sono molte le Congregazioni con scelte economiche
condivise all’interno e con la partecipazione di esperti dall’esterno. Nel Simposio
vogliamo insistere molto sulla trasparenza, perché crediamo che la trasparenza sia
fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione. Nella trasparenza ci giochiamo
la credibilità! E questo non può mettersi in gioco.
D. - Secondo lei, per
gestire i beni ecclesiastici nel modo migliore è importante valorizzare le persone,
cioè formare bene coloro che li gestiscono?
R. - Questo è imprescindibile.
Non arriveremo mai ad una gestione dei beni adeguata senza una formazione profonda
- dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista carismatico - di chi gestisce
quei beni. Quindi la formazione alla dimensione economica nella linea del proprio
carisma è fondamentale, affinché le scelte nella missione possano essere innovative
e profetiche. Devo dire che gli Istituti stanno investendo molto nella formazione,
ma ancora oggi si improvvisa molto. Ecco perché anche il Simposio insisterà sulla
formazione iniziale, nella quale si devono prevedere percorsi di educazione alla dimensione
economica e gestionale, ai costi della vita e della missione. I nostri giovani, in
formazione iniziale, devono sapere quanto costa la luce, l’acqua, il riscaldamento…
D. - Ci vuole formazione professionale e formazione cristiana?
R. -
Certo, e direi anche umana. Ecco perché l’aspetto della gestione dei beni deve entrare
pienamente nella formazione iniziale, però - allo stesso tempo - deve farsi una formazione
per gli Economi. Questa formazione deve sensibilizzare gli Economi a tutti i valori,
e concretamente e soprattutto ai valori evangelici della generosità, della solidarietà,
della comunione.
D. - Organizzazione economica e Provvidenza: un binomio non
sempre facile da armonizzare, almeno apparentemente…
R. - Alla luce della
Sacra Scrittura possiamo dire che il grande pericolo delle ricchezze è proprio che
ci fanno dimenticare Colui dal quale procedono tutti i beni: perché soltanto Lui è
il proprietario assoluto! “Non si possono servire due padroni”, dice Gesù nel Vangelo.
Quindi noi dovremo anche, attraverso una gestione dei beni giusta, lasciare alla Provvidenza
il posto che le appartiene.
D. - Cosa dire alla gente dinanzi ad alcune vicende
che hanno scandalizzato l’opinione pubblica?
R. - Prima di tutto si deve chiedere
perdono! Si è sbagliato, anche a volte con buona coscienza. Io suppongo che c’è stata
buona coscienza. Prima di tutto, perché i beni sono di Dio, non nostri; secondo, chiedere
perdono ai poveri, perché di solito gli Istituti di Vita consacrata vivono della generosità
deipoveri. E’ necessario quindi prendere delle misure tali da correggere immediatamente
questi sbagli, voluti o non voluti e quando dico “voluti” non intendo dire che si
cercano direttamente, ma certamente se non si ha una vigilanza adeguata, bisogna mettere
in atto dei mezzi affinché questi sbagli vengano corretti immediatamente.