2014-03-07 18:52:48

Crisi Ucraina. Mosca assalta una base missilistica in Crimea. Minacce anche da Gazprom


Si è concluso con il ritiro delle truppe di Mosca l'attacco ad una base missilistica dell'aeronautica ucraina, alla periferia della capitale della Crimea. Nessun ferito, né scontri a fuoco. Intanto il Cremlino ha auspicato che non torni il clima da guerra fredda, mentre il presidente americano Obama è tornato a chiedere una soluzione diplomatica che rispetti gli interessi di tutti. Ma la tensione non accenna a calare e nuove manifestazioni di piazza sono attese oggi. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Tutto pronto a Donetsk bastione russofono dell’est dell’Ucraina e terra d’origine del deposto presidente Yanukovich, per una grande manifestazione di piazza a favore di Mosca, mentre la tensione resta altissima in Crimea, sud del Paese, dopo l’assalto di ieri al tramonto delle forze speciali di Mosca che hanno provato a smantellare il comando tattico delle forze aeree ucraine in Crimea, senza esito. E’questo il segno tangibile di una spaccatura profonda che anima la regione. Nessuno ha aperto il fuoco nono ci sono stati feriti alla base missilistica di Sebastopoli, ma si è temuto il peggio. Eppure la Russia non demorde anzi allo schieramento di 20mila soldati in Crimea, aggiunge la minaccia energetica del colosso Gazprom che taglierà, dice, a Kiev, le forniture di gas se non pagherà il suo debito di 1,8 miliardi. Toni duri anche a livello diplomatico ieri nel nuovo giro di telefonate tra Washington e Mosca. Entrambi concordano sulla strategia del dialogo, Mosca spera che ''non torni la guerra fredda'' ma è anche pronta a sfidare le sanzioni che l’occidente minaccia ancora e deride gli appelli europei.

E la crisi tra Mosca e Kiev ha avuto ieri forti ricadute alla cerimonia d’apertura delle Paralimpiadi invernali di Sochi, sul Mar Nero. L’evento, alla presenza del presidente russo Putin, è stato boicottato praticamente da tutti i leader mondiali. Sentiamo Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

“Spero che le paralimpiadi possano almeno un po’ smorzare le passioni intorno alla questione ucraina”. Il presidente russo ha incontrato le squadre ed anche quella ucraina, che ha deciso di partecipare ai Giochi. “Noi restiamo qui – ha detto il capo delegazione, dopo l’incontro con il leader del Cremlino, – affinché la nostra gente si ricordi dell’Ucraina, un Paese sovrano che ha inviato a Sochi una sua squadra. Prego che i paraolimpici partecipino alla pace in Europa, nel mondo ed in Ucraina”. Se “qualcosa di irreparabile” avverrà durante i Giochi la squadra, ha già annunciato, tornerà subito indietro a Kiev con tutti i suoi 31 componenti. Nelle poche parole in pubblico il presidente Putin ha sottolineato che è “importante che gli sportivi possano concentrarsi sulle gare” e non su altro. Per la crisi in Ucraina gran parte dei Paesi occidentali non ha inviato proprie rappresentanze ufficiali alla cerimonia di inaugurazione.

Il 16 marzo la Crimea dovrebbe andare alle urne nel referendum per entrare a far parte della Russia. Un voto considerato illegittimo da molti Paesi occidentali, un passaggio storico invece per Mosca. In proposito Benedetta Capelli ha raccolto il commento di Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana, esperto dell’area:RealAudioMP3

R. – E’ una vecchissima questione: è la classica questione del doppio standard con cui si giudicano fenomeno analoghi. Qualcuno dovrebbe spiegare qual è la sostanziale differenza che c’è – per esempio – tra il caso del Kosovo e il caso della Crimea, perché alcuni hanno diritto all’autodeterminazione e altri no… Vorrei dire che non si può fare dell’autodeterminazione dei popoli un totem assoluto. Insomma, questa cosa dell’autodeterminazione dei popoli viene usata e tirata un po’ di qua e un po’ di là secondo la convenienza politica del momento. Dirimere questa questione è impossibile, e infatti nessuno ci riesce, neanche le grandi istituzioni internazionali. Non è che dal punto di vista istituzionale – strettamente istituzionale – sia molto più legittimo destituire con disordini di piazza un governo comunque legittimamente eletto …

D. – La Russia ha ribadito agli Stati Uniti che quanto accade in Crimea ha una genesi interna e che non pesa sulle relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca. Questa posizione di Mosca è una reazione alle ingerenze di alcuni Paesi nella vicenda della Crimea?

R. – Questa questione è come quella dell’autodeterminazione dei popoli: vista da destra e vista da sinistra. E’ chiaro che la Crimea è una questione interna, ma è altrettanto chiaro che è una questione interna su cui ci sono state pesanti interferenze esterne, come quelle – appunto – della Russia. La stessa cosa, onestamente, lo si può dire dell’intera questione ucraina, che è una questione interna, perché il regime di Yanukovich era ormai diventato insopportabile ai più, su cui si sono esercitate pesanti interferenze esterne. Voglio dire: nel momento in cui un ex candidato alla Casa Bianca come il senatore John McCain, senza essere minimamente smentito da Washington, si reca a Kiev e tiene un comizio contro le autorità locali a favore di un partito di estrema destra come “Svoboda”, interferisce dall’esterno con una situazione interna. Idem le autorità europee. Qui, hanno tutti il naso lungo per le bugie, diciamola così …

D. – Oggi l’apertura delle Paraolimpiadi di Sochi: molte le defezioni. L’Ucraina ha detto che non boicotterà i giochi. Come leggere questa novità?

R. – Io credo che in questo momento il governo provvisorio dell’Ucraina sia estremamente attento a non provocare nessuno: non provocare la Russia, naturalmente, che è – in questo momento – l’interlocutore più temibile, ma anche non provocare una piazza – quella interna, ucraina – che, non dimentichiamoci, è la vera fonte di autorevolezza e di autorità di questo governo provvisorio che, non a caso, ha dovuto passare l’esame della piazza prima di passare quello del Parlamento. Credo che in questo momento le autorità di Kiev cerchino di pattinare su questo ghiaccio molto sottile, cercando di arrivare alla scadenza delle elezioni presidenziali anticipate, fissate per maggio. Credo che in questo momento sia molto più importante per Kiev riuscire a ottenere dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti quei finanziamenti che sono indispensabili per la sopravvivenza dello Stato.








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