Congo. Vescovi ed attivisti: "In Katanga l'incubo deve finire"
In un lettera pastorale i vescovi della provincia ecclesiastica di Lubumbashi – intitolata
“Piangiamo con quelli che piangono” - lanciano “un grido di disperazione” alle autorità
del Katanga, al governo di Kinshasa, alla locale missione Onu (Monusco) e ai miliziani
Mayi Mayi Bakata-Katanga. Per i vescovi della provincia sud-orientale della Repubblica
Democratica del Congo, l’attuale situazione “drammatica” è la conseguenza diretta
della debolezza dell’autorità dello Stato, dell’impunità, della cattiva ripartizione
delle ricchezze e degli squilibri economici tra ambienti urbani e rurali. La lettera
pastorale, pubblicata il mese scorso al termine di un’Assemblea dei vescovi, auspica
da tutte le parti coinvolte nella crisi “il rispetto della dignità umana”, calpestata
dall’insicurezza politica, sociale ed economica.
I presuli evidenziano che
“la rivendicazione dell’indipendenza da parte della milizia è in realtà soltanto un
pretesto per giustificare la propria violenza” e denunciano “il reclutamento dei giovani
con la forza e sotto l’effetto di droghe”. Incursioni, attacchi ai villaggi e violazioni
dei diritti umani su vasta scala “alimentano la psicosi tra la gente e danno una pessima
immagine del Katanga” si legge ancora nel testo che illustra il paradosso tra “l’abbondanza
delle ricchezze derivanti dallo sfruttamento delle risorse locali” e “la povertà scandalosa
delle popolazioni locali”.
Alle autorità centrali viene chiesto di “porre fine
all’incubo vissuto dal Katanga” tenendo conto delle “rivendicazioni legittime dei
civili”, con l’apertura di procedimenti giudiziari per punire i responsabili di crimini
contro l’umanità, la fine dell’approvvigionamento in armi dei miliziani e della strumentalizzazione
di “giovani innocenti trasformati in assassini”.
L’organizzazione locale di
difesa dei diritti umani Voix des sans voix (Vsv), ricorda che il governo congolese
“non ha mai spiegato all’opinione pubblica cause e dinamiche della fuga dal carcere,
nel 2011, del capo milizia Gédéon Kyungu Mutanda e dei suoi uomini”, condannati alla
pena capitale per crimini contro l’umanità. Vsv denuncia inoltre l’inerzia del governo
congolese e chiede un suo intervento urgente per risolvere la crisi aperta in Katanga,
riferendo della “crescente insicurezza ai danni della popolazione”, soprattutto nei
territori di Manono, Mitwaba e Pweto, noti come “triangolo della morte”. Negli ultimi
mesi, sottolinea la nota dell’Ong, la “barbarie” dei miliziani è sfociata in “atrocità
commesse nella totale impunità”, tra cui esecuzioni sommarie, rapimenti, stupri, villaggi
incendiati, che hanno costretto alla fuga più di 400.000 persone, oggi in situazione
di “grave crisi umanitaria, dimenticata”. (R.P.)