2014-03-07 07:20:08

Appello del card. Bagnasco per l'Ucraina. Domenica preghiere per la pace


“Preghiamo perché tutti quanti, in modo particolare la nostra Europa, possa, con una sola voce e un solo cuore favorire le vie del dialogo e scoraggiare tutte le altre vie che non sono vie della vita e dell’amore, che non sono vie del rispetto della dignità delle persone, delle famiglie e dei popoli”. Lo ha affermato il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante la preghiera per il popolo ucraino, organizzata con la collaborazione dell’Ufficio diocesano Migrantes, nell’abbazia di Santo Stefano, alla presenza del cappellano ucraino padre Vitaliy Tarasenko.

“Vogliamo pregare lo Spirito Santo - ha detto il cardinale - perché illumini e riscaldi i cuori degli uomini, in particolare di coloro che hanno maggiori responsabilità di decisione, di giudizio, in questo momento, sulla scena non solo del popolo ucraino ma dell’Europa e del mondo. E, in particolare, del nostro Occidente perché gli interessi non prevalgano sui diritti in nessun modo e per nessuna ragione. Preghiamo - ha aggiunto - per tutti i popoli e per le nazioni che stanno vedendo con apprensione e con responsabilità quanto sta accadendo su un popolo vicino a noi, che è a tutti noi certamente particolarmente caro, perché possano giudicare scevri da interessi di qualunque natura, unicamente preoccupati per il bene delle persone, di una nazione, di un popolo”.

Al termine - riferisce l'agenzia Sir - il cardinale ha poi rivolto un appello “ai capi di Stato dei vari Stati membri dell’Europa, perché, solo con un una voce unita e convinta, si può aiutare la via del dialogo e scongiurare le vie del conflitto, delle armi e della guerra” e “perché non facciano finta di non vedere, si lasciano guidare dal bene del popolo ucraino e dai diritti dei popoli e non da interessi di altra natura”. Infine, “come vescovi italiani rinnoviamo l’appello e l’auspicio ai capi delle nazioni affinché diano sempre più spazio al dialogo, di non cedere alla tentazione delle armi, che non risolvono niente ma peggiorano tutto”. (R.P.)







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