Si vota il 16 marzo in Crimea il referendum sull'adesione alla Russia
Il Consiglio di sicurezza nazionale russo si è riunito per valutare la situazione
in Ucraina anche alla luce della decisione del parlamento della Crimea di indire
un referendum per far aderire la penisola alla Russia. Il 16 marzo prossimo, i cittadini
della Crimea dovranno scegliere se restare in Ucraina o aderire alla Russia. Ma oggi
stesso il parlamento della Crimea ha votato in favore dell'adesione della regione
alla Russia come soggetto della Federazione Russa. E nella città di Kharkiv, nella
regione orientale russofona dell'Ucraina, oggi circa 5.000 filorussi sono scesi in
piazza chiedendo un referendum per avere maggiore autonomia da Kiev e protestando
contro la ripresa del percorso di integrazione europea dell'Ucraina e contro un eventuale
ingresso nella Nato. Intanto, sono stati bloccati a un check-point gli osservatori
dell'Osce che oggi cercavano di raggiungere la Crimea. Degli equilibri in atto e dell'impegno
delle diplomazie occidentali, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De
Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università del Salento:
R. – Credo che
tutti stiano prendendo tempo, sia ad est che ad ovest. Come credo sia logico e razionale
in una situazione del genere. L’Unione Europea prende il suo tempo, gli Stati Uniti
lo stesso, la Nato non si esprime ancora e lo stesso deve fare la Russia. Certo, il
referendum indetto dal parlamento della Crimea è una forte accelerazione, anche perché
è un referendum che si terrà a brevissimo. Quindi, sì, è necessario prendere tempo
ma senza esagerare.
D. – Che dire del fatto che è stato fissato il referendum
per i cittadini ma nel frattempo il Parlamento ha già votato per l’annessione alla
Russia...
R. – Bisogna stare attenti: sì, ha votato per l’annessione alla Russia,
però il referendum parla - da quello che si legge - di un aumento dell’autonomia della
Crimea all’interno dell’Ucraina. Le notizie che arrivano a volte sono un po’ contraddittorie.
Quindi, in questo momento forse dobbiamo veramente prendere tempo e vedere come si
sistemano le cose.
D. – A proposito di attesa: c’è il Consiglio straordinario
europeo oggi pomeriggio a Bruxelles. Cosa aspettarsi?
R. – Quello che ci si
può aspettare è quello che è stato dichiarato da più parti, ovvero, possibili sanzioni.
È possibile anche che alcune sanzioni possano essere prese nei confronti della Russia
ma, se devo essere sincero, credo a sanzioni estremamente “light”. Dobbiamo sempre
ricordare che attraverso l’Ucraina passa gran parte della fornitura di gas che serve
all’Europa, ma soprattutto che molte delle compagnie, delle aziende europee, fanno
affari con la Russia e sicuramente non vogliono perdere questa opportunità. Se ci
fossero forti sanzioni economiche nei confronti della Russia, la Russia stessa sarebbe
costretta a bloccare molti dei rapporti con le aziende europee. Credo che nessuno
di noi si possa permettere questo.
D. – Dagli Stati Uniti è stata fatta la
richiesta a Mosca di colloqui diretti tra la Russia e l’Ucraina...
R. – Ci
saranno sicuramente. Penso che, in maniera segreta, non si siano mai interrotti definitivamente
i contatti tra le due parti. Solo in caso di guerra esplicita i contatti si interrompono.
Quindi, non so se nelle prossime ore ci potranno essere questi contatti, ma sicuramente
un contatto bilaterale tra Mosca e Kiev è assolutamente necessario e credo che le
due parti lo auspichino.
D. – Quali altri fattori pensare che debbano essere
messi in gioco?
R. – A questo punto, non voglio usare mie parole ma consiglio
la lettura di un’ottima analisi fatta dall’ex segretario di Stato americano, Henry
Kissinger. Suggerisce che Est ed Ovest devono considerare molte cose che si trovano
sul tavolo. L’Occidente deve prendere in considerazione l’ipotesi che mai la Russia
ha considerato, o considera, cioè l’Ucraina come parte completamente staccata dalla
Russia stessa. E' assolutamente necessario che l’Ucraina non venga spinta a fare una
scelta tra Est ed Ovest, ma che possa essere proprio l’anello di congiunzione tra
Est ed Ovest e, fondamentalmente – questa è una cosa che deve essere tenuta presente
– non bisogna assolutamente fare pressioni sull’Ucraina perché entri nella Nato. Se
l’Ucraina dovesse, per qualsiasi ragione, entrare nella Nato, allora sì che dovremmo
preoccuparci di una possibile mossa russa.