Papa Francesco: non c'è stile cristiano senza croce e senza Gesù
Umiltà, mitezza, generosità: questo è lo stile cristiano, una via che passa per la
croce, come ha fatto Gesù, ed è una via che porta alla gioia. E' quanto, in sintesi,
ha detto Papa Francesco nell'omelia pronunciata giovedì mattina durante la Messa a
Santa Marta. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Nel Vangelo
proposto dalla liturgia del giovedì dopo le Ceneri, Gesù dice ai discepoli: “Se qualcuno
vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi
segua”. Questo – sottolinea Papa Francesco - è “lo stile cristiano” perché Gesù per
primo ha percorso “questo cammino”:
“Noi non possiamo pensare la vita cristiana
fuori da questa strada. Sempre c’è questo cammino che Lui ha fatto per primo: il cammino
dell’umiltà, il cammino anche dell’umiliazione, di annientare se stesso, e poi risorgere.
Ma, questa è la strada. Lo stile cristiano, senza croce non è cristiano, e se la croce
è una croce senza Gesù, non è cristiana. Lo stile cristiano prende la croce con Gesù
e va avanti. Non senza croce, non senza Gesù”.
Gesù “ha dato l’esempio”
– ha proseguito il Papa – e, pur “essendo uguale a Dio”, “annientò se stesso, si è
fatto servo per tutti noi”:
“E questo stile ci salverà, ci darà gioia e
ci farà fecondi, perché questo cammino di rinnegare se stessi è per dare vita, è contro
il cammino dell’egoismo, di essere attaccato a tutti i beni soltanto per me … Questo
cammino è aperto agli altri, perché quel cammino che ha fatto Gesù, di annientamento,
quel cammino è stato per dare vita. Lo stile cristiano è proprio questo stile di umiltà,
di mitezza, di mansuetudine”.
“Chi vuole salvare la propria vita, la perderà”
– ripete Gesù – perché “se il grano non muore, non può dare frutto”. E “questo, con
gioia – afferma il Papa - perché la gioia ce la dà Lui stesso. Seguire Gesù è gioia,
ma seguire Gesù con lo stile di Gesù, non con lo stile del mondo”. Seguire lo stile
cristiano significa percorrere la strada del Signore, “ognuno come può”, “per dare
vita agli altri, non per dare vita a se stessi. E’ lo spirito della generosità”. Il
nostro egoismo ci spinge a voler apparire importanti davanti agli altri. Invece, il
libro dell’Imitazione di Cristo – osserva il Papa - “ci dà un consiglio bellissimo:
‘Ama non essere conosciuto ed essere giudicato come niente’. E’ l’umiltà cristiana,
quello che ha fatto Gesù per primo”:
“E questa è la nostra gioia, e questa
è la nostra fecondità: andare con Gesù. Altre gioie non sono feconde; soltanto pensano
– come dice il Signore – a guadagnare il mondo intero, ma alla fine perdere e rovinare
la vita. All’inizio della Quaresima chiediamo al Signore che ci insegni un po’ questo
stile cristiano di servizio, di gioia, di annientamento di noi stessi e di fecondità
con Lui, come Lui la vuole”.