Crisi Ucraina: altolà di Usa ed Ue alla Russia. Sanzioni in arrivo
Crisi in Ucraina. Dichiarazione del presidente Usa Obama dopo l’annuncio di sanzioni
alla Russia, in appoggio all’altolà rivolto a Mosca dall’Unione Europea, pena la rottura
dei rapporti. Diplomazia internazionale al lavoro non solo a Bruxelles e Washington
ma anche Mosca e Roma per scongiurare altre violenze, dopo il sì ieri, del parlamento
della Crimea per aderire alla Russia, che ha anticipato il risultato del Referendum
indetto nella regione russofona per il 16 marzo. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Sono fiducioso
che lavoreremo assieme ai nostri alleati nell’Unione Europea per reagire contro l’aggressione
russa all’Ucraina”, cosi il presidente Obama annunciando misure restrittive nei visti
e possibile congelamento dei beni nei confronti della Russia: questo il costo - ha
chiarito Obama - per l’invasione russa della Crimea. Il Referendum sulla Crimea è
“illegale” e “siamo estremamente determinati ad ottenere risultati”: ha detto il presidente
del Consiglio europeo Van Rompuy, al termine nel pomeriggio del vertice straordinario
a Bruxelles sull’Ucraina. Dall’Ue severo monito alla Russia perché avvii nei prossimi
giorni negoziati che portino a risultati, altrimenti partiranno sanzioni economiche
ad ampio raggio, divieto di viaggio, congelamento dei beni e cancellazione dei rapporti.
“La Crimea è e resterà ucraina”, ha ribadito il premier ucraino, Iatseniuk, a colloquio
con i leader dell’Unione europea. “La Russia ritiri i militari – ha aggiunto - e
non supporti le forze che vogliono dividere” il Paese. Ma gli animi ribollono e poche
ore fa è stata occupata da miliziani e cosacchi russi la Tv Krim, a Sinferopoli. Siamo
pronti – ha detto ancora il premier ucraino - a negoziare con la Russia, “ma non ad
arrenderci”. Intanto Mosca prende tempo per valutare la proposta di un gruppo di contatto
avanzata dai partner occidentali. Proposta caldeggiata al presidente Putin dal vicecancelliere
tedesco Gabriel, oggi in visita ufficiale nella capitale russa. E, dalla Nato arriva
la decisione di intensificare la partnership politica e militare con Kiev a supporto
delle riforme democratiche. Attesa per il Consiglio di Sicurezza dell’Onu convocato
stasera – ore 20.30 italiane - a New York.
Degli equilibri in atto e dell'impegno
delle diplomazie occidentali, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De
Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università del Salento:
R. – Credo che
tutti stiano prendendo tempo, sia ad est che ad ovest. Come credo sia logico e razionale
in una situazione del genere. L’Unione Europea prende il suo tempo, gli Stati Uniti
lo stesso, la Nato non si esprime ancora e lo stesso deve fare la Russia. Certo, il
referendum indetto dal parlamento della Crimea è una forte accelerazione, anche perché
è un referendum che si terrà a brevissimo. Quindi, sì, è necessario prendere tempo
ma senza esagerare.
D. – Che dire del fatto che è stato fissato il referendum
per i cittadini ma nel frattempo il Parlamento ha già votato per l’annessione alla
Russia...
R. – Bisogna stare attenti: sì, ha votato per l’annessione alla Russia,
però il referendum parla - da quello che si legge - di un aumento dell’autonomia della
Crimea all’interno dell’Ucraina. Le notizie che arrivano a volte sono un po’ contraddittorie.
Quindi, in questo momento forse dobbiamo veramente prendere tempo e vedere come si
sistemano le cose.
D. – Dagli Stati Uniti è stata fatta la richiesta a Mosca
di colloqui diretti tra la Russia e l’Ucraina...
R. – Ci saranno sicuramente.
Penso che, in maniera segreta, non si siano mai interrotti definitivamente i contatti
tra le due parti. Solo in caso di guerra esplicita i contatti si interrompono. Quindi,
non so se nelle prossime ore ci potranno essere questi contatti, ma sicuramente un
contatto bilaterale tra Mosca e Kiev è assolutamente necessario e credo che le due
parti lo auspichino.
D. – Quali altri fattori pensare che debbano essere messi
in gioco?
R. – A questo punto, non voglio usare mie parole ma consiglio la
lettura di un’ottima analisi fatta dall’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger.
Suggerisce che Est ed Ovest devono considerare molte cose che si trovano sul tavolo.
L’Occidente deve prendere in considerazione l’ipotesi che mai la Russia ha considerato,
o considera, cioè l’Ucraina come parte completamente staccata dalla Russia stessa.
E' assolutamente necessario che l’Ucraina non venga spinta a fare una scelta tra Est
ed Ovest, ma che possa essere proprio l’anello di congiunzione tra Est ed Ovest e,
fondamentalmente – questa è una cosa che deve essere tenuta presente – non bisogna
assolutamente fare pressioni sull’Ucraina perché entri nella Nato. Se l’Ucraina dovesse,
per qualsiasi ragione, entrare nella Nato, allora sì che dovremmo preoccuparci di
una possibile mossa russa.
E di Ucraina si è discusso anche a Roma, alla Farnesina,
nel corso della Conferenza internazionale sulla Libia. Presenti i ministri degli esteri
di numerosi Paesi e il segretario di stato americano Kerry che, a margine della Conferenza,
si è incontrato con il ministro degli Esteri russo, Lavrov. Dal colloquio sulla situazione
in Ucraina è emersa l’assenza di accordo tra Usa e Russia. A seguire la conferenza
stampa finale dei lavori c’era per noi Elvira Ragosta.