Brunei: fede cristiana vietata nelle scuole cristiane se vi sono bambini musulmani
Presidi e professori in scuole e istituti di istruzione privati in Brunei rischiano
fino a cinque anni di carcere e una multa fino a 20.000 dollari se insegnano o parlano
a un bambino musulmano di religioni diverse dall'islam. Come appreso dall'agenzia
Fides, nell'ambito del nuovo Codice penale, impostato sulla “sharia” (legge islamica),
che entrerà in vigore nel mese di aprile, è reato “persuadere, raccontare, influenzare,
incitare, incoraggiare un bambino con insegnamenti non- islamici”. E’ reato anche
“esporre il bambino a ogni cerimonia, atto di culto o qualsiasi attività non islamica
o farlo partecipare ad attività a beneficio di altre religioni”.
Come riferito
a Fides dalla Chiesa locale, il provvedimento e le restrizioni preoccupano le scuole
cristiane frequentate anche da allievi musulmani, soprattutto per le possibile distorsioni
o strumentalizzazioni: nelle scuole cristiane, infatti, si garantisce un’istruzione
di qualità, del tutto scevra da forme di proselitismo. Il Brunei sta introducendo
la nuova legge in diverse fasi: nella prima fase entrano in vigore reati punibili
con multe o carcere; in una seconda fase, si applicheranno pene più severe, ad esempio
fino all’amputazione degli arti per il reato di furto. Nella terza fase entrerà in
vigore la pena di morte.
La Chiesa cattolica nel piccolo sultanato – dove esiste
un Vicariato Apostolico guidato dall’arcivescovo Cornelius Sim, con tre chiese parrocchiali,
tre preti e nel complesso 20mila cattolici – ha auspicato che le disposizioni della
sharia si applichino solo ai cittadini musulmani, come è nella tradizione. La “sharia”,
infatti, è generalmente limitata a musulmani, ma può estendersi ai non musulmani se
questi sono complici di un reato commesso da un musulmano. (R.P.)