Udienza generale. Il Papa: la Quaresima ci strappa dalla pigrizia e ci sprona al bene
Vivere la Quaresima è cambiare vita e amare il prossimo con gratuità, senza abituarci
“alle situazioni di degrado e di miseria” che incontriamo nelle nostre città. È l’insegnamento
che Papa Francesco ha offerto alle circa 50mila persone che hanno partecipato mercoledì
mattina all’Udienza generale in Piazza San Pietro. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
La Quaresima
è come un soffio d’aria pulita in una stanza rimasta chiusa per troppo tempo: spazza
via l’aria viziata, fa sentire nuovi dentro e intorno, con la voglia di fare bene
il bene. Le definizioni che Papa Francesco usa per il periodo di preparazione alla
Pasqua sono estremamente dinamiche. La Quaresima, dice, è un “tempo provvidenziale
per cambiare rotta”, è un “punto di svolta”:
“Tutti noi abbiamo bisogno
di migliorare, di cambiare in meglio. La Quaresima ci aiuta e così usciamo dalle abitudini
stanche e dalla pigra assuefazione al male che ci insidia”.
E uscendo da
queste abitudini accade, prosegue Papa Francesco, di “guardare con occhi nuovi ai
fratelli e alle loro necessità”. Ciò avviene perché, spiega, il cuore di un cristiano
ha compreso due cose: che vivere la Quaresima vuol dire rispondere con azioni d’amore
all’amore di Dio e che essere battezzati comporta “vivere con più impegno”:
“Ci
invita anche a non abituarci alle situazioni di degrado e di miseria
che incontriamo camminando per le strade delle nostre città e dei nostri paesi. C’è
il rischio di accettare passivamente certi comportamenti e di non stupirci di fronte
alle tristi realtà che ci circondano. Ci abituiamo alla violenza, come se fosse una
notizia quotidiana scontata; ci abituiamo a fratelli e sorelle che dormono per strada,
che non hanno un tetto per ripararsi. Ci abituiamo ai profughi in cerca di libertà
e dignità, che non vengono accolti come si dovrebbe”.
“Ci abituiamo –
continua a leggere Papa Francesco – a vivere in una società che pretende di fare a
meno di Dio, nella quale i genitori non insegnano più ai figli a pregare né a farsi
il segno della croce”. E qui, il Papa solleva gli occhi dal foglio e li rivolge sulla
folla:
“Io vi domando: i vostri figli, i vostri bambini sanno farsi il segno
della croce? Pensate. I vostri nipoti sanno farsi il segno della croce? Glielo avete
insegnato? Pensate e rispondete nel vostro cuore. Sanno pregare il Padre Nostro? Sanno
pregare la Madonna con l'Ave Maria? Pensate e rispondetevi. Questa assuefazione a
comportamenti non cristiani e di comodo ci narcotizza il cuore!”.
Al contrario,
conclude Papa Francesco, un cuore immerso nello spirito della Quaresima è capace di
un amore che sa “fare proprio l’atteggiamento di gratuità e di misericordia” di Gesù,
Colui “che si è fatto povero per arricchirci della sua povertà”. Ai saluti dopo le
sintesi della catechesi nelle altre lingue, Papa Francesco ha salutato, fra gli altri
le religiose infermiere dell’USMI; gli ispettori delle scuole cattoliche, un gruppo
di ragazze Gen Tre, del Movimento dei Focolari. “Tutti – ha terminato – esorto
a vivere con gioia la fede, testimoniando l’amore del Signore per ogni persona”.