2014-03-05 15:14:43

Siria. L'Onu accusa Damasco: strategia del regime è assediare e affamare i civili


L’attenzione della diplomazia internazionale puntata sulla crisi ucraina di queste settimane ha lasciato in secondo piano un’altra difficile pagina ancora irrisolta, la guerra in Siria, che continua a mietere vittime. E’ di ieri l’accusa al regime di Damasco, da parte della Commissione indipendente d’inchiesta dell’Onu sui diritti umani, di voler assediare e affamare i civili – 250 mila circa – come parte della strategia militare contro i ribelli. Dunque, un governo, quello di Assad, che non conosce declino e un futuro per la popolazione sempre più incerto. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Stefano Torelli, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi): RealAudioMP3

R. – Sul campo, vi è una sorta di stallo. Fermo restando che effettivamente il regime di Assad sembra non demordere, dall’altro lato c’è da registrare un fronte dei ribelli che si sta sgretolando sempre di più, non solo tra forze islamiste e forze – diciamo – laiche o secolari, ma una nuova divisione all’interno del Fronte jihadista islamista stesso.

D. – In tutto questo, dal punto di vista umano le conseguenze sono gravissime. Di oggi le nuove accuse della Commissione Onu, per la quale anche l’inazione internazionale sta lasciando assolutamente via libera alla violazione sistematica dei diritti delle persone…

R. – Purtroppo, le emergenze umanitarie a volte possono essere anche indotte proprio per vantaggi strategici. La situazione umanitaria in Siria è gravissima, siamo a oltre sei milioni di persone sfollate, e poi c’è l’emergenza cibo, una carenza ormai strutturale.

D. – Quindi, affamare le persone come strategia militare. Che però non ha un futuro se si pensa che la stessa cosiddetta “Ginevra 3” è praticamente scomparsa dall’orizzonte della discussione internazionale…

R. – Sì: infatti, i negoziati si stanno rivelando inefficaci. Anche l’idea di un corridoio umanitario nell’area di Homs è stata una strategia percorribile per un paio di giorni, in realtà.

D. – Appunto per questa situazione di stallo di cui parlavamo, per questo atteggiamento quasi di indifferenza del mondo, in questo momento: dove stiamo andando, che succederà?

R. – Se le cose dovessero rimanere così, la situazione potrebbe protrarsi in questo modo per molto tempo, ancora molti mesi, se non anni. Anche fomentato – se così possiamo dire – da forze esterne che appoggiano l’una o l’altra parte. Appare comunque improbabile a breve o medio termine un ribaltamento degli equilibri a favore dei ribelli e delle opposizioni.

Ultimo aggiornamento: 6 marzo







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