Messaggio del Papa per la Campagna di fraternità: non restare indifferenti dinanzi
alla tratta di esseri umani
“Non è possibile rimanere indifferenti” davanti alla tratta di esseri umani. È il
richiamo del Papa nel messaggio per la tradizionale ‘Campagna di fraternità’, che
la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) ha aperto ufficialmente ieri
a Brasilia, con una cerimonia nel mercoledì delle Ceneri presieduta dal vescovo ausiliare
della città e segretario generale della Cnbb, mons. Leonardo Ulrich Steiner. L’edizione
2014 della Campagna affronta il tema ‘Fraternità e tratta di esseri umani’, con lo
slogan “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”. Il servizio di Giada Aquilino:
“La dignità
umana è uguale per tutti gli esseri umani”. È un Papa che chiede “il permesso” ai
brasiliani di accompagnarli nel cammino quaresimale quello che scrive il messaggio
per la ‘Campagna di fraternità 2014’ e che sottolinea come, quando si calpesti la
dignità “dell’altro”, lo si faccia anche con la propria: “è la libertà - ricorda -
per la quale Cristo ci ha liberati”. D’altra parte, “se io offendo la dignità umana
altrui - medita il Pontefice - è perché prima ho svenduto la mia”, per potere, fama,
beni materiali, “in cambio - spiega - della mia dignità di figlio e figlia di Dio,
salvata a prezzo del sangue di Cristo sulla Croce e garantita dallo Spirito Santo”.
“Non
è possibile rimanere indifferenti - aggiunge il Pontefice - quando si viene a sapere
che esistono degli esseri umani comprati e venduti come merci”: il riferimento è dunque
alla “tratta di esseri umani”, tema più volte affrontato da Papa Francesco, facendo
cenno “alle adozioni di bambini destinati all’espianto di organi”, “alle donne ingannate
e obbligate a prostituirsi”, “ai lavoratori sfruttati, senza diritti, né voce”. Ma
lo sguardo ricade anche sulle famiglie, all’interno delle case; quante volte - riflette
il Santo Padre - “anche lì regna la prepotenza”: “genitori che schiavizzano i figli,
figli che schiavizzano i genitori”; “sposi che, dimentichi della loro chiamata per
questo dono, si sfruttano come se fossero dei prodotti da consumare, dei prodotti
usa e getta”; o anche “anziani senza un posto nella società e bambini e adolescenti
senza voce”. Si tratta, nota il Papa, di “attacchi ai valori basilari del tessuto
familiare e della stessa convivenza sociale”.
C’è allora bisogno, prosegue,
di “un profondo esame di coscienza”, perché - e qui il Pontefice richiama il discorso
ai nuovi ambasciatori, del dicembre 2013 - “la persona umana non si dovrebbe mai vendere
e comprare come una merce”. Come si può annunciare, quindi, la gioia della Pasqua
- si domanda Papa Francesco - “senza essere solidali verso coloro che in questa terra
vedono negata la propria libertà”? Richiamando alla mente il proprio viaggio in Brasile,
in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno scorso, memore del “grande
cuore” dei “cari brasiliani” e della “calorosa accoglienza” ricevuta, il Santo Padre
ricorda come “con la sua Passione, Morte e Risurrezione, Gesù Cristo” abbia liberato
l’umanità dalla morte e dal peccato. Durante i prossimi quaranta giorni - è l’invito
del Pontefice - “cercheremo di essere più coscienti della misericordia infinita che
Dio ci ha donato e che ci ha chiesto di donare agli altri, soprattutto ai più bisognosi”.
Già a luglio il Papa aveva constatato la “lezione di solidarietà” offerta
dal popolo brasiliano; ora auspica “che i cristiani e le persone di buona volontà
possano impegnarsi perché mai più un uomo o una donna, giovani o bambini, siano vittime
della tratta degli esseri umani”. E la base più efficace “per ristabilire la dignità
umana”, conclude, è annunciare il Vangelo di Cristo “nella campagna e nelle città,
perché Gesù vuole spargere la vita in abbondanza ovunque”. La speranza è che “la vita
nuova in Cristo” susciti “in ogni cuore sentimenti di tenerezza e compassione per
i nostri fratelli e sorelle bisognosi di essere liberati”.