2014-03-05 15:33:42

Banca Etica festeggia 15 anni di attività. Il direttore Costa: siamo molto soddisfatti


Oltre 23 mila finanziamenti a famiglie e imprese sociali pari a un valore di un miliardo e 800 milioni di euro, il 70% dei quali destinati a enti "non profit". Sono alcuni dei numeri dei 15 anni di attività di Banca Etica, nata a Padova su impulso delle principali reti del Terzo Settore italiano, e che nel 2014 aprirà la prima filiale in Spagna, a Bilbao. Martedì, in occasione dell’anniversario, a Roma è stata presentata una ricerca condotta da Altis-Università Cattolica di Milano sull’impatto sociale del primo istituto di credito interamente dedito alla finanza etica. Francesca Sabatinelli ha intervistato Mario Crosta, direttore generale di Banca Etica:RealAudioMP3

R. – A 15 anni dalla nascita, possiamo dire che Banca Etica è un’esperienza di successo, è un’impresa di successo sia per quanto riguarda le finalità che si poneva, quindi il patto sociale di finanziamenti che sono stati concessi, e sia anche sotto il profilo economico, perché Banca Etica è una banca che ha i bilanci che sono assolutamente in salute. Siamo cresciuti anche come presenza perché abbiamo adesso 17 filiali in tutto il territorio nazionale, da Torino a Palermo, abbiamo una rete di promotori finanziari che chiamiamo “banchieri ambulanti”. I numeri sono numeri importanti, per cui direi che siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato svolto in questi 15 anni.

D. – In questi ultimi anni, non solo l’Italia, ma l’Italia soprattutto è stata investita da una forte crisi economica, che ha avuto conseguenze non poco pesanti sulle banche. Per quanto riguarda voi?

R. – Per quanto riguarda noi, c’è da dire che applicare la trasparenza, applicare il valore che la finanza dev’essere al servizio dell’economia reale, applicare i principi fondamentali della banca ha portato a risultati positivi. Quindi, nonostante durante questo periodo di crisi così profonda tanto le realtà economiche che le realtà bancarie, le realtà finanziarie, abbiano registrato crisi significative, per quanto riguarda Banca Etica registriamo un andare in controtendenza e questo lo registriamo soprattutto sulla raccolta di risparmio. Crediamo che questo sia l’indicatore della voglia che hanno i cittadini risparmiatori di affidare i propri risparmi a istituzioni che della trasparenza e dell’attenzione alle ricadute sociali dell’attività economica che viene svolta fanno elementi distintivi per l’affidamento, appunto, dei propri risparmi.

D. – Quali sono state, in questi anni, le maggiori richieste dei clienti? Ce n’è stata qualcuna che si ripeteva?

R. – Chi porta i soldi in Banca Etica, chi porta i propri risparmi in Banca Etica, chiede che ci sia la completa trasparenza nell’utilizzo del risparmio che ci viene affidato, che va al di là del semplice rispetto della norma sulla trasparenza. Si tratta della voglia e del desiderio di sapere che utilizzo viene fatto da parte della Banca dei risparmi che vengono depositati. Sul fronte, invece, di chi chiede credito c’è stata e continua a esserci una forte richiesta di attenzione a valutare i progetti al di là delle garanzie reali, dei dati reali, dei dati di bilancio che le singole realtà possono manifestare. A questo titolo, è un esempio l’attività che viene fatta sul microcredito che da tutti è considerato un elemento per l’inclusione sociale delle persone, tant’è vero che una delle caratteristiche, delle linee che maggiormente contraddistinguono la banca è dire che il credito è un diritto che spetta a tutti i cittadini, a tutte le organizzazioni.

D. – E che cosa è emerso dal feed-back delle imprese, delle organizzazioni, che hanno ricevuto un finanziamento da parte vostra? Questo, in fondo, è stato uno dei punti della ricerca di ALTIS…

R. – Un dato che emerge è che circa la metà delle organizzazioni che si rivolgono a Banca Etica per chiedere un credito si erano in precedenza rivolte a qualche altra banca e avevano avuto risposte negative. Allora, questo potrebbe fare apparire Banca Etica una banca un po’ larga di manica nella concessione del credito. Invece, questo dato, questa constatazione, fa il paio con il dato delle sofferenze, quindi dei crediti che non sono stati restituiti alla Banca. Noi abbiamo una percentuale di sofferenze netta dello 0,5%, che è un decimo rispetto a quella che ha il sistema bancario. Questo ci fa dire che in Banca Etica c’è la capacità di valutare i progetti, di concedere credito facendolo in modo oculato, in modo adeguato e questo si ripercuote anche in dati economico-patrimoniali, in dati di bilancio soddisfacenti.

Ultimo aggiornamento: 6 marzo







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