Ucraina: Putin parla di colpo di stato. Gli Usa promettono aiuti a Kiev
“Una presa di potere con le armi” . Così in conferenza stampa il presidente russo
Putin parla di quanto accaduto in Ucraina definendo il deposto capo di stato Yanukovich
l’unico presidente legittimo, che però non ha avvenire politico. Intanto gli Stati
Uniti decideranno entro il fine settimana eventuali sanzioni contro la Russia. E
poco fa il premier ucraino Yatseniuk a fatto sapere che i ministri ucraini e russi
hanno cominciato a dialogare. Il servizio di Debora Donnini:
E’ la prima
conferenza stampa dalla fuga dell’ex-capo di stato ucraino Yanukovich e Putin ricostruisce
la vicenda parlando di un’azione incostituzionale. Per ora non c’è la necessità di
inviare truppe in Ucraina ma – avverte il capo del Cremlino – la possibilità rimane
e bisogna proteggere i russi presenti nel paese. La Russia comunque non ha intenzione
di annettersi la Crimea, specifica. Infine ai leader occidentali che minacciano di
boicottare il vertice del G8 a Sochi dice: “nessuno è obbligato a partecipare”. Il
discorso di Putin segue l’annuncio della Gazprom che a partire da aprile la Russia
cancellerà lo sconto sul gas concesso a dicembre all'Ucraina. Intanto gli Stati Uniti
valutano sanzioni verso Mosca mentre annunciano aiuto per un miliardo di dollari
in garanzie sui prestiti a Kiev dove è arrivato il segretario di stato americano John
Kerry. “Vi aiuteremo - ha detto davanti alla folla a piazza Maidan - il presidente
Obama sta pianificando una maggiore assistenza". E a chiedere all’Occidente di intervenire
con sanzioni verso la Russia, in un’intervista a Sky Tg24, è la stessa ex-premier
ucraina Iulia Tymoshenko.
Per sentire la voce della Chiesa nella crisi ucraina,
Fausta Speranza ha intervistato padre Mykhaylo Dymyd dell'Università
cattolica di Leopoli:
R. - Il popolo
è molto calmo ma anche ansioso. In tutto il Paese ci sono tanti volontari che si offrono
se necessario a difendere il Paese. Tutti sentono il bisogno di unità, unità che va
oltre la lingua, la religione e le origini. Queste cose in Ucraina non sono mai state
un problema. L’Ucraina è sempre stata un Paese con tante persone di origini diverse.
D.
- In tutto questo, qual è la voce della Chiesa? R. - Sul mio profilo Facebook tanta
gente mi chiede: “Ma adesso che noi preghiamo insieme, forse possiamo anche raggiungere
l’unità di tutte le Chiese in Ucraina”. La gente quindi ne risente di tutto questo.
Oggi, un vescovo legato al Patriarcato di Mosca ha scritto chiaramente che noi dobbiamo
dire che l’invasore è la Russia. Noi chiediamo quindi alla Russia di tornare nel proprio
Paese perché noi possiamo farcela da soli. Lo stesso vescovo lo conferma e questo
offre grande speranza, perché vuol dire che tutti noi cerchiamo la verità ed anche
se è molto difficile la troviamo e la esprimiamo. Il Consiglio delle organizzazioni
religiose di Kiev, dove ci sono rappresentanti della Chiesa greco cattolica, della
Chiesa cattolica romana, di diverse confessioni ortodosse - ci sono tre grandi rami
della Chiesa ortodossa in Ucraina - tutti hanno firmato un documento per chiedere
all’esercito russo di lasciare l’Ucraina, perché l’Ucraina non ha bisogno di loro
ma può farcela da sola. Io voglio ringraziare tutti quelli che nel mondo hanno pregato
per la pace in Ucraina e questo aiuta il popolo ucraino a essere calmo in questa “tempesta”
che sta vivendo. Volevo dire inoltre che il popolo ucraino confida nella sua grande
fede in Dio.