Ucraina. Kerry: Mosca cerca un pretesto per invadere. La Russia: replicheremo a qualsiasi
sanzione
Alta tensione fra Russia e Stati Uniti. Le giustificazioni di Putin per le azioni
in Ucraina non ingannano nessuno, ha sostenuto il Presidente americano Obama mentre
il segretario di Stato Kerry, in visita a Kiev, ha affermato che Mosca cerca un pretesto
per invadere altre parti dell’Ucraina. La presa di posizione statunitense arriva dopo
la conferenza stampa del capo del Cremlino. Intanto il ministero degli Esteri russo
ha fatto sapere che Mosca risponderà a qualsiasi sanzione e ieri sera il ministero
della Difesa russo, citato dall'agenzia Ria-Novosti, ha annunciato che Mosca ha effettuato
un test di lancio di un missile intercontinentale (Icbm). Si tratta di vettori adatti
a trasportare a lunghissimo raggio testate nucleari. Il servizio di Debora Donnini:
Si alzano
i toni fra Mosca e Washington. La Russia risponderà ad ogni possibile sanzione, non
necessariamente in modo simmetrico. La risposta russa arriva dopo una giornata fitta
di interventi. In mattinata la conferenza stampa di Putin, la prima dalla fuga dell’ex-capo
di stato ucraino Ianukovich da lui definito come il legittimo presidente che però
non ha avvenire politico. Putin ha parlato di “una presa di potere con le armi”, per
ora non c’è la necessità di inviare truppe in Ucraina ma – ha avvertito – la possibilità
rimane e bisogna proteggere i russi presenti nel paese. La Russia comunque non ha
intenzione di annettersi la Crimea. Infine ai leader occidentali che minacciano di
boicottare il vertice del G8 a Sochi, ha detto: “nessuno è obbligato a partecipare”.
Le giustificazioni di Putin per le azioni in Ucraina non ingannano nessuno - ha affermato
successivamente Obama – e la Russia sta cercando con l'uso della forza di esercitare
la propria influenza. Anche Il segretario di Stato americano Kerry ha criticato Mosca
accusandola di cercare solo un pretesto per poter invadere altre parti dell'Ucraina.
Oggi a Kiev Kerry ha incontrato il presidente ucraino ad interim e il premier e alla
folla riunita in piazza Maidan ha promesso: “Vi aiuteremo”. Gli Usa hanno già annunciato
un prestito garantito per 1 miliardo di dollari e stanno valutando sanzioni verso
Mosca. Interviene anche il segretario generale della Nato, Rasmussen sostenendo che
la Russia continua a violare l’integrità del territorio ucraino e, dunque, saranno
intensificate le consultazioni. Da parte sua la Gazprom ha annunciato che a partire
da aprile la Russia cancellerà lo sconto sul gas concesso a dicembre all'Ucraina.
E a chiedere all’Occidente di intervenire con sanzioni verso Russia, in un’intervista
a Sky Tg24, è stata la stessa ex-premier ucraina Iulia Tymoshenko. Intanto l'attuale
premier ucraino, Iatseniuk, fa sapere che ci sono stati dei primi "timidi" contatti
a livello di ministri tra Mosca e Kiev per risolvere la crisi politica in atto. Ma
sul terreno c’è ancora tensione. L’agenzia Interfax riferisce che truppe russe hanno
fatto irruzione in una struttura militare di difesa aerea ucraina vicino a Ievpatoria,
nella Crimea occidentale.
Per sentire la voce della Chiesa nella crisi
ucraina, Fausta Speranza ha intervistato padre Mykhaylo Dymyd dell'Università
cattolica di Leopoli:
R. - Il popolo
è molto calmo ma anche ansioso. In tutto il Paese ci sono tanti volontari che si offrono
se necessario a difendere il Paese. Tutti sentono il bisogno di unità, unità che va
oltre la lingua, la religione e le origini. Queste cose in Ucraina non sono mai state
un problema. L’Ucraina è sempre stata un Paese con tante persone di origini diverse.
D.
- In tutto questo, qual è la voce della Chiesa?
R. - Sul mio profilo Facebook
tanta gente mi chiede: “Ma adesso che noi preghiamo insieme, forse possiamo anche
raggiungere l’unità di tutte le Chiese in Ucraina”. La gente quindi ne risente di
tutto questo. Oggi, un vescovo legato al Patriarcato di Mosca ha scritto chiaramente
che noi dobbiamo dire che l’invasore è la Russia. Noi chiediamo quindi alla Russia
di tornare nel proprio Paese perché noi possiamo farcela da soli. Lo stesso vescovo
lo conferma e questo offre grande speranza, perché vuol dire che tutti noi cerchiamo
la verità ed anche se è molto difficile la troviamo e la esprimiamo. Il Consiglio
delle organizzazioni religiose di Kiev, dove ci sono rappresentanti della Chiesa greco
cattolica, della Chiesa cattolica romana, di diverse confessioni ortodosse - ci sono
tre grandi rami della Chiesa ortodossa in Ucraina - tutti hanno firmato un documento
per chiedere all’esercito russo di lasciare l’Ucraina, perché l’Ucraina non ha bisogno
di loro ma può farcela da sola. Io voglio ringraziare tutti quelli che nel mondo hanno
pregato per la pace in Ucraina e questo aiuta il popolo ucraino a essere calmo in
questa “tempesta” che sta vivendo. Volevo dire inoltre che il popolo ucraino confida
nella sua grande fede in Dio.