2014-03-04 14:10:41

Card. Turkson: preoccupano ideologie che provano a riscrivere diritti umani o a crearne nuovi


Nel giorno in cui Papa Francesco ha ricordato le persecuzioni che colpiscono ancora troppi cristiani in varie parti del mondo, il tema della libertà religiosa è stato affrontato anche dal card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in un Convegno sui diritti umani organizzato ieri dalla Conferenza episcopale slovacca a Bratislava. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

La guerra in nome di Dio e Dio “nascosto” nel privato di un'esistenza. Sono i due avversari di una normale vita religiosa. La Chiesa lo afferma da sempre, nonostante le persecuzioni di tanti suoi figli, e alimentando il dialogo con chi, pur di altra fede, condivide la verità per cui non si può strumentalizzare Dio per scopi di violenza, né lo si può cancellare dalla vita pubblica. A ribadirlo ancora una volta è stato il cardinale Peter Turkson a Bratislava, dove un Convegno ha fatto il punto su come la Chiesa intenda i diritti umani. Quello alla libertà religiosa, ha dichiarato il cardinale Turkson, “riassume la libertà di ciascuno a vivere secondo la propria comprensione più profonda della verità”. La libertà di religione, ha soggiunto, “è inseparabile dalla libertà di pensiero e di coscienza” e include sia la possibilità di cambiare credo, sia quella di manifestare la propria fede personalmente o in comunità. Riecheggiando a distanza Papa Francesco, il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha ripetuto che oggi “i cristiani sono il gruppo religioso che soffre la persecuzione nel maggior numero di Paesi a causa della propria fede” e si è appellato a tutti i governi affinché proteggano i diritti dei loro cittadini, “qualunque sia la loro religione”.

Certamente le sole leggi non bastano. Per possedere una mentalità rispettosa di questo diritto è necessaria – ha affermato il cardinale Turkson – una efficace “educazione religiosa”, che faccia comprendere all’uomo “il contributo positivo che la fede genuina può offrire”. E tale educazione deve guardarsi dalla “concezione relativista” che “restringe il campo di applicazione” di tutti i diritti umani, alla cui base c’è sempre – ha detto – “la dignità intrinseca di ogni persona”. Ciò li rende “universali, inalienabili ed inviolabili” e non soggetti alle mutevoli e contingenti visioni politiche o culturali. E sul punto, il cardinale Turkson si è detto preoccupato di quelle “ideologie che provano a riscrivere i diritti dell’uomo o a crearne dei nuovi”, come “la promozione dei così detti ‘diritti riproduttivi’ che nascondono il dramma dell’aborto”, l’eutanasia anche per i minori, l’ideologia di "genere", i matrimoni omosessuali. La Chiesa cattolica, ha concluso, è e resta vero “attore protagonista” nello sforzo “di fare dei diritti dell’uomo una realtà”, poiché essa “sostiene continuamente la dignità intrinseca della persona" e il "diritto alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale, come il primo tra tutti i diritti dell’uomo e la pre-condizione per tutti gli altri”.

Ultimo aggiornamento: 5 marzo







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