Mosca controlla la Crimea: il G7 condanna la violazione territoriale
La crisi ucraina si fa sempre più preoccupante. Un'esplosione è stata udita nella
notte nell'area di Simferopoli, capitale della Crimea, presa ormai sotto controllo
dalle forze russe e filo-russe. La Nato chiede lo stop alle attività militari e alle
minacce del presidente Putin: “Così - sottolinea - Mosca viola i principi della Carta
Onu”. E si pronunciano i Paesi dell’ex G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone,
Regno Unito e Stati Uniti) con i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione
europea: esprimono formale condanna per quella che definiscono “la chiara violazione
della Russia della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina". Per un aggiornamento
su quanto sta accadendo sul territorio ucraino, il servizio di Fausta Speranza:
Il premier ucraino
Iatseniuk pronuncia parole gravi: “La Russia “ci ha dichiarato guerra – dice - siamo
sull'orlo del disastro”. E' il grido d'allarme dopo quello che viene vissuto come
un assedio da parte di Mosca alla Crimea, la repubblica autonoma, parte dell'Ucraina,
posta sulla penisola sul mar Nero, nel sud, dove da sempre è forte la presenza russa.
Al momento risulta che le forze di Mosca hanno il pieno controllo operativo della
Crimea. Mosca ha già spostato nella penisola 30 blindati e 6.000 militari, dopo che
il presidente Putin ha chiesto formalmente al parlamento “l’utilizzo delle forze armate
in territorio ucraino per – ha spiegato - normalizzare la situazione socio-politica
nel Paese”. Ma in Crimea si muovono anche i 300 uomini armati che hanno occupato punti
strategici affermando di essere stati inviati dal ministro della Difesa russo. Di
fronte a tutto ciò, il governo di Kiev richiama tutti i suoi riservisti. Si stima
che siano un milione, mentre la forza militare attiva conta 160mila unità. E mentre
navi ucraine lasciano la base di Sebastopoli in Crimea, con il comandante della Marina
schierato con i filo-russi, Kiev condanna il comandante stesso per alto tradimento
e ne nomina un altro.
Nella forte tensione internazionale, la Borsa di
Mosca apre in caduta di oltre il 6%. E la moneta russa segna un record storico negativo:
oggi al cambio occorrono 50,50 rubli per un euro e 36,85 per un dollaro. E la crisi
ucraina fa piombare i rapporti tra Washington e Mosca in un clima da guerra fredda.
Della condanna dagli Stati Uniti ci riferisce Francesca Baronio:
La Condanna
degli Stati Uniti è netta: “La Russia ha violato il diritto internazionale e deve
tornare sui propri passi, altrimenti dovrà pagarne le conseguenze.” Obama si dice
pronto al boicottaggio del G8 di Sochi, posizione ribadita ieri dal segretario di
Stato Kerry che aggiunge” Mosca deve scegliere il proprio ruolo nel mondo, decidere
fra passato e futuro democratico” e minaccia isolamento commerciale e sanzioni economiche.
Tuttavia se per Mosca il messaggio è chiaro, non è detto che sia convincente. Il Cremlino
può contare sul diritto di veto alle Nazioni Unite, e sull’immobilismo della Nato,
dove nessuno vuole l’azione militare. Così se Obama ha dalla sua la netta condanna
dei leader del G7 non tutti convergono sulla strategia, con la Germania scettica
circa l’eventualità di escludere Mosca dal tavolo dei grandi. Una situazione complicata,
subito cavalcata dai Repubblicani, che ricordano come Mosca sia fondamentale nella
trattativa con l’Iran e con la Siria e si chiedono se Washington saprà dimostrarsi
persuasiva.