2014-03-02 11:23:07

Francia: i cattolici chiedono più sostegno alla famiglia


Sono raccolte in duemila pagine le sintesi consegnate dalle 83 diocesi francesi delle risposte al questionario preparatorio per il Sinodo sulla famiglia. Sul sito dei vescovi francesi, il vicepresidente della Conferenza episcopale, mons. Pierre-Marie Carré, ne riassume i punti salienti che, afferma, dovrebbero offrire uno “spunto di riflessione per la Chiesa in Francia”. Il primo dato interessante riguarda la grande partecipazione alla consultazione che ha coinvolto gruppi e movimenti ecclesiali, ma anche singoli fedeli, a conferma dell’importanza del tema scelto per i cattolici francesi e delle loro aspettative per il Sinodo. Altro dato positivo: l’unanime riconoscimento del ruolo centrale della famiglia per il benessere di ogni suo membro e la sottolineatura della necessità di un maggiore sostegno alla vita familiare, affinché essa possa assolvere alla sua preziosa funzione. In questo senso, si rileva come l’attuale pastorale familiare sia oggi insufficiente in Francia. A fronte di questi dati positivi, la consultazione ha fatto emergere uno “scarto” tra il Magistero della Chiesa e la pratica nelle coppie cattoliche, uno scarto particolarmente marcato su temi come la contraccezione e l’ammissione ai Sacramenti dei divorziati risposati. Le risposte, inoltre, rivelano come gli insegnamenti della Chiesa siano spesso mal compresi, se non ignorati. Questo a causa del linguaggio difficile dei documenti ecclesiali, oltre che dell’influenza dei modelli culturali oggi dominanti. Viene poi evidenziato che il Magistero non tiene conto delle difficoltà concrete delle famiglie. Tra le proposte avanzate per affrontare queste sfide, quella di esporre gli insegnamenti della Chiesa facendo costante riferimento alle Scritture, con un approccio non moralista, ma di ascolto e basato sull’esperienza concreta delle persone. Inoltre, viene evidenziata la necessità sottolineare il ruolo essenziale della coscienza personale nelle scelte delle coppie. Un altro dato emerso dall’indagine è la scarsa coscienza delle implicazioni di un matrimonio sacramentale. Sui divorziati risposati viene suggerita come possibile soluzione la pratica adottata dalla Chiesa ortodossa che prevede dopo un tempo di penitenza e dopo avere attestato che la nuova unione è stabile, una celebrazione che la riconosca senza però rimettere in discussione l’indissolubilità del matrimonio. Riguardo alle unioni tra persone dello stesso sesso, diffusa è la richiesta di un atteggiamento di maggiore accoglienza verso gli omosessuali, senza che la Chiesa debba per questo rinunciare ai suoi insegnamenti sul matrimonio cristiano. Infine, la stragrande maggioranza degli intervistati ha affermato di non seguire gli insegnamenti della Chiesa sul controllo delle nascite. (A cura di Lisa Zengarini)







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