Sì del Senato russo a Putin all'invio di truppe in Ucraina. Preoccupata la comunità
internazionale
Alta tensione dopo che il Consiglio della Federazione russa ha approvato all’unanimità
la richiesta di intervento in territorio ucraino, avanzata dal presidente Vladimir
Putin per proteggere la Flotta del Mar Nero in Crimea e la "vita dei cittadini russi".
Più tardi, però, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, sembra stemperare i toni
precisando che Putin per ora non ha deciso l’attacco. Il servizio di Debora Donnini:
Giornata di
grande tensione: il Senato russo ha dato il via libera all’invio di truppe in Ucraina
su richiesta del presidente Putin e chiesto che l’ambasciatore negli Usa venga richiamato
in patria. Poi, però, il portavoce del Cremlino sembra moderare i toni affermando
che Putin non ha ancora deciso se inviare truppe e che Mosca spera che non ci sia
un'ulteriore escalation in Ucraina. Lo stesso vale per la richiesta di richiamare
in patria l'ambasciatore a Washington. Il clima è stato comunque incandescente per
tutto il giorno. Il presidente ad interim dell'Ucraina, Oleksander Turchinov, ha convocato
una riunione d'emergenza dei vertici della sicurezza dello Stato. Il ministro della
Difesa di Kiev ha accusato la Russia di aver inviato 6mila soldati russi e 30 blindati
nella Repubblica autonoma ucraina di Crimea, a maggioranza russofona. Qui il neo premier
Aksionov, eletto giovedì scorso dopo l’occupazione del parlamento da parte di elementi
filorussi, aveva chiesto a Putin di garantire la calma nel territorio. Diecimila persone
con le bandiere russe sono poi scese in piazza a Donetsk , nel sudest dell’Ucraina,
feudo del deposto presidente ucraino Yanukovich. A Kharkiv insorti filorussi hanno
occupato il palazzo dell’amministrazione regionale e nell’assalto decine di persone
sono rimaste ferite. Novità anche sul fronte politico. Il nuovo governo della Crimea,
che il premier ucraino Iatseniuk ha definito "illegittimo", ha anticipato dal 25 maggio
al 30 marzo il referendum per concedere alla Repubblica più autonomia dall’Ucraina.
E intanto – fa sapere l’agenzia di stampa russa Itar-Tass- l'ex premier ucraina Iulia
Timoshenko è attesa a Mosca il 3 marzo per cercare di risolvere la situazione di crisi
in Crimea.
Le tensioni crescenti in Ucraina preoccupano anche la comunità
internazionale. Per lunedì è previsto un vertice straordinario dei ministri degli
Esteri dell’Unione europea, mentre sta per riunirsi, su richiesta della Gran Bretagna,
il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, a cui i Paesi occidentali arrivano con una posizione
molto distante da quella russa. In serata, poi, colloquio fra il ministro della Difesa
americano e quello russo mentre il "ministro degli esteri" Ue Catherine Ashton deplora
la decisione russa. Il servizio di Davide Maggiore:
Riunione a porte
chiuse al Palazzo di Vetro: potrebbe concludersi anche senza una dichiarazione pubblica,
mentre è già saltata la prevista visita in Crimea dell’inviato delle Nazioni Unite,
Robert Serry. Fonti statunitensi riferiscono intanto che alla Casa Bianca è in corso
una valutazione riguardo “i costi potenziali e le conseguenze” già evocati dal presidente
Obama. Washington sta consultando anche i propri alleati, prima tra tutte la Nato.
Via Twitter, il segretario generale dell’alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ha chiesto
alla Russia di rispettare la sovranità, l'integrità territoriale e le frontiere ucraine:
la stessa linea seguita dal premier francese Jean-Marc Ayrault, dalla cancelliera
tedesca Angela Merkel e dal presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz. Secondo
quest’ultimo, in più, va ribadito “al governo russo che non accetteremo violenze”.
E anche le autorità britanniche hanno condannato “ogni aggressione all’Ucraina”. In
attesa del vertice europeo di lunedì, intanto, sarà domani a Kiev Evangelos Venizelos,
ministro degli Esteri della Grecia, Paese a cui spetta la presidenza di turno dell’Unione.