Ucraina: nuovo attacco filorusso in Crimea, occupato l'aeroporto di Simferopoli.
La comunità internazionale in fibrillazione per l’inattesa evoluzione della crisi
in Ucraina. Stanotte un gruppo armato filorusso ha occupato l’aeroporto di Simferopoli,
in Crimea. Ieri un altro gruppo aveva occupato temporaneamente parlamento e governo
locali, esponendo il tricolore russo. Intanto, mentre il nuovo governo di Kiev incassa
il sostegno da vari Paesi, il presidente destituito, Yanukovich, che ha ottenuto protezione
da Mosca, rivendica il suo ruolo di presidente legittimo. Il servizio di Giancarlo
La Vella:
La notte scorsa
una cinquantina di uomini armati non identificati ha preso possesso dell'aeroporto
di Simferopoli in Crimea, repubblica autonoma all’interno dell'Ucraina. Si sono rivissuti
i momenti di tensione della mattina quando altri uomini armati hanno occupato governo
e parlamento, issando la bandiera russa. Intanto militari russi hanno preso nella
notte il controllo dell'aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli, sede della flotta
russa nel Mar Nero. Il clima è quello dello scontro aperto tra Crimea e oriente ucraino
vicini a Mosca e il resto del Paese, che vorrebbe uscire dall’influenza di Mosca.
La sensazione è corroborata dalla decisione del Parlamento della Crimea, che ha fissato
per il prossimo 25 maggio un referendum per chiedere maggiore autonomia da Kiev. Intanto
è in corso una sorta di dibattito a distanza tra Mosca e Washington sul futuro della
nuova Ucraina, che ora ha un nuovo governo al quale gli Stati Uniti hanno garantito
pieno appoggio. La Russia, dalla sua, sottolinea la necessità di allacciare relazioni
con il nuovo corso di Kiev, ma intanto offre protezione al presidente deposto Yanukovich
che oggi ha convocato una conferenza stampa e ieri ha rivendicato di essere il capo
legittimo dell’Ucraina, definendo “teppaglia” chi ha portato l’anarchia nel Paese.
In
Ucraina cresce il timore di una possibile secessione tra la parte orientale filorussa
e l’occidente che guarda all’Europa. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Aldo
Ferrari, esperto dell’area ex sovietica, docente alla ‘Ca Foscari di Venezia:
R. – E’ un’eventualità
possibile, ma estremamente rischiosa. Va tenuto presente che la Crimea, in quanto
tale, ha uno statuto particolare, in quanto è una Repubblica autonoma. Avrebbe, quindi,
una maggiore facilità nell'attuare un'eventuale secessione. E’ popolata in larga maggioranza,
il 65%, da russi, tra l'altro la flotta russa è di stanza a Sebastopoli. E’ quindi
una regione che ha delle potenzialità secessioniste molto forti. Si tratterebbe, però,
di una svolta quanto mai negativa nelle relazioni, non solo russo-ucraine, ma anche
della Russia con l’Europa. Le secessioni non sono mai una buona soluzione, soprattutto
se non vengono accettate da tutti. Bisogna tener presente che in Crimea, oltre ai
russi e agli ucraini, c’è anche un terzo fattore, quello dei tartari, che in questo
momento hanno una posizione favorevole a rimanere in Ucraina, rispetto a quella secessionista.
E’ veramente una situazione quanto mai complessa, che io spero venga risolta politicamente
con molto equilibrio.
D. – Mai come in questo momento occorrerebbe un dialogo
continuo tra Unione Europea e Russia...
R. – Sì, l’Ucraina dovrebbe essere
il luogo dell’incontro della politica russa con quella europea, non il luogo in cui
influenze contrapposte si confrontano. Questo sinora non è avvenuto: l’Europa ha appoggiato
in maniera chiara l’opposizione ucraina, che adesso ha vinto, ma rimane il problema
di questo Paese, che ha una situazione economica disastrosa. Non credo che l’Unione
Europa sia in grado di accollarsi l’onere di questo Paese. Sarà, quindi, necessario,
per evitarne il fallimento anche molto rapido, trovare una politica di cooperazione
anche economica con la Federazione Russa.
D. – Preoccupano, comunque, i proclami
dell’ex presidente Yanukovich, che reclama la sua posizione di capo dello Stato legittimo
e chiede alla Russia di intervenire in sua difesa...
R. – Yanukovich ormai
ha fallito e ha già delle imputazioni internazionali. Resta il fatto che le modalità
con cui è stato abbattuto sono quanto mai discutibili. E’ stato destituito non un
dittatore, ma un presidente eletto liberamente. Io ho la sensazione che in Europa
ci si siano schierati in maniera troppo unilaterale e troppo superficiale a favore
dell’opposizione, senza considerare le ragioni non della Russia, ma di quella parte
di Ucraina che, precedentemente, aveva votato in maniera differente.