Il Papa alla Commissione per l'America Latina: ridare speranza ai giovani disincantati
Educare non è soltanto trasmettere conoscenze. La trasmissione della fede, solo attraverso
l’insegnamento di contenuti, sarà superficiale o ideologica. E’ quanto ha detto Papa
Francesco rivolgendo venerdì mattina un lungo discorso a braccio ai membri della Pontificia
Commissione per l’America Latina. La trasmissione della fede – ha detto il Santo Padre
- non avrà radici se non sarà accompagnata da comportamenti e da valori. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
Per poter trasmettere
la fede, oltre alla divulgazione di contenuti di base, è necessario creare l’abitudine
di una condotta, favorire la ricezione dei valori che la preparino e la facciano crescere.
La trasmissione della fede – ha detto il Papa - si basa su tre pilastri: utopia, memoria
e discernimento. Il primo, importante per i bambini e soprattutto per i giovani, "è
la buona gestione dell’utopia". In America Latina – ha ricordato il Pontefice – "una
gestione non del tutto equilibrata dell’utopia", come nel caso dell’Argentina, ha
portato ragazzi dell’Azione Cattolica ad unirsi, negli anni Settanta, alla guerriglia.
Ma saper far crescere l’utopia di un giovane "è una ricchezza". "Un giovane senza
utopia è un vecchio precoce". Poi gli altri due pilastri: in un giovane – ha osservato
Papa Francesco – un’utopia "cresce bene se accompagnata da memoria e discernimento.
L’utopia guarda al futuro, la memoria guarda al passato e il presente si discerne.
Il giovane deve ricevere la memoria e piantare le radici della sua utopia in questa
memoria; discernere nel presente la sua utopia, il segno dei tempi. Sì l’utopia va
avanti, ma è molto radicata nella memoria e nella storia che ha ricevuto. Discernere
nel presente – abbiamo bisogno di maestri di discernimento per i giovani! – e già
progettato nel futuro”.
La chiave per affrontare "l’emergenza educativa" -
ha proseguito - è l’incontro tra generazioni, l’incontro tra giovani e anziani. Questo
incontro permette infatti di conoscere il passato e di saper leggere il presente.
La fede di un giovane – sottolinea quindi il Papa – matura se non mancano la memoria
del passato, il discernimento del presente e l’utopia del futuro. Ma il vero problema
nella società odierna è "la cultura dello scarto": "oggi, per l’economia che si è
radicata nel mondo, al centro – ha affermato il Santo Padre - c’è il dio denaro e
non la persona umana". E quindi "tutto quello che non entra in questo ordine, si scarta.
Si scartano i bambini che soffrono, che danno fastidio e che non conviene che vengano",
"si scartano gli anziani" e "in alcuni Paesi dell'America Latina c'è l'eutanasia nascosta":
sono considerati a volte “materiali di scarto".
E poi ci sono i giovani. Oggigiorno
– ha affermato – “dà fastidio a questo sistema mondiale la quantità di giovani ai
quali è necessario dare lavoro” e dunque c’è “questa percentuale così alta di disoccupazione
giovanile. Stiamo tenendo una generazione di giovani che non hanno l’esperienza della
dignità!”. Così, “oggi anche i giovani fanno parte di questo materiale di scarto”.
E il giovane che è senza lavoro “anestetizza l’utopia!”. La droga, che "sta distruggendo
questa generazione di giovani" e "non è soltanto un problema di vizio", e "la proliferazione
di dipendenze", quali la ludopatia, sono alcuni degli ostacoli lungo il cammino delle
nuove generazioni. "L’utopia di un giovane entusiasta – ha detto il Papa – oggi si
sta trasformando in disincanto". Ai giovani disincantati – ha affermato il Pontefice
rivolgendosi ai membri della Pontificia Commissione per l’America Latina – "è necessario
dare fede e speranza".
Nel discorso consegnato ma non letto, il Papa ha inoltre
sottolineato che la "Chiesa vuole imitare Gesù nell’accostarsi ai giovani". Desidera
ripetere che vale la pena seguire l’esempio che ci ha dato. Un esempio di dedizione,
di servizio, di amore disinteressato e di lotta per la giustizia e la verità. E’ bello
vivere come ha vissuto Gesù, scacciando l’egoismo e lasciandosi attrarre dalla bellezza
e dalla bontà. "Chi conosce in profondità Gesù - si legge nel testo - non rimane in
poltrona. Si unisce al suo stile di vita ed arriva ad essere un discepolo missionario
del suo Vangelo, dando gioiosa testimonianza della sua fede, non risparmiando sacrifici".
I giovani ascoltino la Parola di Gesù, ascoltino che Cristo non è un personaggio di
una novella, ma una persona viva. I giovani – si legge infine del documento – sperano
in noi. Non deludiamoli! "Che le comunità cristiane dell’America Latina e dei Caraibi
- ha esortato il Pontefice - sappiano essere vicine, maestre e madri di tutti e di
ciascuno dei suoi giovani".