2014-02-27 13:43:06

Ucraina. Il parlamento della Crimea indice un referendum per maggiore autonomia


Rischia di precipitare la situazione in Ucraina. Proprio nel giorno in cui la "Rada", il Parlamento di Kiev, esprime la fiducia al nuovo governo, nominato dopo la destituzione del presidente Yanukovich, stamani in Crimea uomini armati filorussi hanno assaltato i palazzi del Parlamento e del governo a Sinferopoli, esponendo il tricolore russo. E poco fa il Parlamento della repubblica autonoma ucraina della Crimea ha approvato la convocazione di un referendum per estendere l'autonomia da Kiev. Nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio Supremo della Crimea, la consultazione popolare e' stata fissata per il 25 maggio, giorno in cui nella repubblica ex sovietica si votera' per le elezioni presidenziali. Lo rende noto la portavoce, Olha Sulnikov. Il Parlamentino di Sinferopoli ha anche sfiduciato e destituito, con 55 voti su 64, il Consiglio dei ministri della Crimea, il governo locale. Intanto Yanukovich rivendica di essere il capo di Stato legittimo e chiede protezione a Mosca. Il timore di una possibile secessione è sempre più forte. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Aldo Ferrari, esperto dell’area ex sovietica, docente alla ‘Ca Foscari di Venezia: RealAudioMP3

R. – E’ un’eventualità possibile, ma estremamente rischiosa. Va tenuto presente che la Crimea, in quanto tale, ha uno statuto particolare, in quanto è una Repubblica autonoma. Avrebbe, quindi, una maggiore facilità nell'attuare un'eventuale secessione. E’ popolata in larga maggioranza, il 65%, da russi, tra l'altro la flotta russa è di stanza a Sebastopoli. E’ quindi una regione che ha delle potenzialità secessioniste molto forti. Si tratterebbe, però, di una svolta quanto mai negativa nelle relazioni, non solo russo-ucraine, ma anche della Russia con l’Europa. Le secessioni non sono mai una buona soluzione, soprattutto se non vengono accettate da tutti. Bisogna tener presente che in Crimea, oltre ai russi e agli ucraini, c’è anche un terzo fattore, quello dei tartari, che in questo momento hanno una posizione favorevole a rimanere in Ucraina, rispetto a quella secessionista. E’ veramente una situazione quanto mai complessa, che io spero venga risolta politicamente con molto equilibrio.

D. – Mai come in questo momento occorrerebbe un dialogo continuo tra Unione Europea e Russia...

R. – Sì, l’Ucraina dovrebbe essere il luogo dell’incontro della politica russa con quella europea, non il luogo in cui influenze contrapposte si confrontano. Questo sinora non è avvenuto: l’Europa ha appoggiato in maniera chiara l’opposizione ucraina, che adesso ha vinto, ma rimane il problema di questo Paese, che ha una situazione economica disastrosa. Non credo che l’Unione Europa sia in grado di accollarsi l’onere di questo Paese. Sarà, quindi, necessario, per evitarne il fallimento anche molto rapido, trovare una politica di cooperazione anche economica con la Federazione Russa.

D. – Preoccupano, comunque, i proclami dell’ex presidente Yanukovich, che reclama la sua posizione di capo dello Stato legittimo e chiede alla Russia di intervenire in sua difesa...

R. – Yanukovich ormai ha fallito e ha già delle imputazioni internazionali. Resta il fatto che le modalità con cui è stato abbattuto sono quanto mai discutibili. E’ stato destituito non un dittatore, ma un presidente eletto liberamente. Io ho la sensazione che in Europa ci si siano schierati in maniera troppo unilaterale e troppo superficiale a favore dell’opposizione, senza considerare le ragioni non della Russia, ma di quella parte di Ucraina che, precedentemente, aveva votato in maniera differente.







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