Ucraina. Il parlamento della Crimea indice un referendum per maggiore autonomia
Rischia di precipitare la situazione in Ucraina. Proprio nel giorno in cui la "Rada",
il Parlamento di Kiev, esprime la fiducia al nuovo governo, nominato dopo la destituzione
del presidente Yanukovich, stamani in Crimea uomini armati filorussi hanno assaltato
i palazzi del Parlamento e del governo a Sinferopoli, esponendo il tricolore russo.
E poco fa il Parlamento della repubblica autonoma ucraina della Crimea ha approvato
la convocazione di un referendum per estendere l'autonomia da Kiev. Nel corso di una
riunione straordinaria del Consiglio Supremo della Crimea, la consultazione popolare
e' stata fissata per il 25 maggio, giorno in cui nella repubblica ex sovietica si
votera' per le elezioni presidenziali. Lo rende noto la portavoce, Olha Sulnikov.
Il Parlamentino di Sinferopoli ha anche sfiduciato e destituito, con 55 voti su 64,
il Consiglio dei ministri della Crimea, il governo locale. Intanto Yanukovich rivendica
di essere il capo di Stato legittimo e chiede protezione a Mosca. Il timore di una
possibile secessione è sempre più forte. Giancarlo La Vella ne ha parlato con
Aldo Ferrari, esperto dell’area ex sovietica, docente alla ‘Ca Foscari di Venezia:
R. – E’ un’eventualità
possibile, ma estremamente rischiosa. Va tenuto presente che la Crimea, in quanto
tale, ha uno statuto particolare, in quanto è una Repubblica autonoma. Avrebbe, quindi,
una maggiore facilità nell'attuare un'eventuale secessione. E’ popolata in larga maggioranza,
il 65%, da russi, tra l'altro la flotta russa è di stanza a Sebastopoli. E’ quindi
una regione che ha delle potenzialità secessioniste molto forti. Si tratterebbe, però,
di una svolta quanto mai negativa nelle relazioni, non solo russo-ucraine, ma anche
della Russia con l’Europa. Le secessioni non sono mai una buona soluzione, soprattutto
se non vengono accettate da tutti. Bisogna tener presente che in Crimea, oltre ai
russi e agli ucraini, c’è anche un terzo fattore, quello dei tartari, che in questo
momento hanno una posizione favorevole a rimanere in Ucraina, rispetto a quella secessionista.
E’ veramente una situazione quanto mai complessa, che io spero venga risolta politicamente
con molto equilibrio.
D. – Mai come in questo momento occorrerebbe un dialogo
continuo tra Unione Europea e Russia...
R. – Sì, l’Ucraina dovrebbe essere
il luogo dell’incontro della politica russa con quella europea, non il luogo in cui
influenze contrapposte si confrontano. Questo sinora non è avvenuto: l’Europa ha appoggiato
in maniera chiara l’opposizione ucraina, che adesso ha vinto, ma rimane il problema
di questo Paese, che ha una situazione economica disastrosa. Non credo che l’Unione
Europa sia in grado di accollarsi l’onere di questo Paese. Sarà, quindi, necessario,
per evitarne il fallimento anche molto rapido, trovare una politica di cooperazione
anche economica con la Federazione Russa.
D. – Preoccupano, comunque, i proclami
dell’ex presidente Yanukovich, che reclama la sua posizione di capo dello Stato legittimo
e chiede alla Russia di intervenire in sua difesa...
R. – Yanukovich ormai
ha fallito e ha già delle imputazioni internazionali. Resta il fatto che le modalità
con cui è stato abbattuto sono quanto mai discutibili. E’ stato destituito non un
dittatore, ma un presidente eletto liberamente. Io ho la sensazione che in Europa
ci si siano schierati in maniera troppo unilaterale e troppo superficiale a favore
dell’opposizione, senza considerare le ragioni non della Russia, ma di quella parte
di Ucraina che, precedentemente, aveva votato in maniera differente.