2014-02-27 08:21:51

Ucraina: attacco di miliziani filorussi al Parlamento e al Governo di Crimea. Oggi la Rada ratifica il nuovo governo


In Ucraina ancora nuove tensioni. Ieri sera c'è la presentazione del nuovo governo, davanti a migliaia di persone riunite in piazza Indipendenza, a Kiev. Oggi il voto in Parlamento, mentre la Russia mostra i muscoli, con un’esercitazione militare in grande stile al confine con il Paese. Tensione crescente, infine, nella penisola russofona della Crimea, dove c'è stato un blitz di uomini armati a Sinferopoli. Ci riferisce Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Stamani tutte le agenzie hanno lanciato la notizia dell’attacco alla sede del Parlamento e del governo della Repubblica autonoma di Crimea, nella capitale Sinferopoli. Un folto gruppo di uomini armati e in divisa mimetica ha occupato i palazzi del potere. La situazione è di grande caos. A tutti i dipendenti non è stato consentito l’ingresso nel posto di lavoro. Dispiegamento delle forze di polizia in una situazione che va a innescarsi pericolosamente nelle ultime vicende ucraine, avvenute dopo la destituzione del presidente Yanukovich. Intanto oggi il Parlamento di Kiev dovrebbe ratificare il nuovo governo che, tuttavia ha lasciato non del tutto convinta la piazza, che continua a chiedere elezioni generali anticipate per l’elezione di un nuovo presidente e di nuovi deputati. Il timore è che ora nel Paese esploda il confronto tra l’occidente, compresa la penisola di Crimea, filorusso e il resto del Paese dove aumentano le istanze europeiste.

Il nuovo governo ucraino di unità nazionale, annunciato ieri sera in Piazza Indipendenza nel centro di Kiev, dovrà guidare la transizione dell’Ucraina, con il pericolo concreto che si vada verso una frammentazione del Paese. Ascoltiamo l’analisi di Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto di area ex sovietica, intervistato da Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

R. - Quello che è sotto gli occhi di tutti è che in questo momento c’è una trattativa a livello internazionale - ovviamente non aperta, ma piuttosto evidente - sul futuro dell’Ucraina. Questo riporta il problema a quello che si diceva sin dalle origini: è impossibile risolvere decentemente una questione ucraina, qualunque essa sia, senza in qualche modo parlare con la Russia. Il rischio di disgregazione del Paese - e per dirla più esplicitamente, il rischio di secessione della parte orientale - è uno dei fattori di questa trattativa. Bisognerà vedere se la Russia in questa trattativa otterrà quello che crede di dover ottenere per vedere se il rischio da tale che sia diventerà una tragica realtà.

D. - Una trattativa abbastanza secretata, però. Evidentemente Washington e Londra sono determinate ad aiutare la transizione che è stata avviata nel Paese. C’è il pericolo di una pericolosa contrapposizione tra l’Occidente e Mosca?

R. - Questa contrapposizione è nei fatti e lo si è visto per le strade di Kiev ma lo si è visto già anni fa nel 2004, quando la “Rivoluzione arancione” - che ebbe come protagonista la Timoshenko e l’economista Yushenko - fu abbondantemente sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti. Quello che è successo negli ultimi mesi è sotto gli occhi di tutti: abbiamo visto le pressioni europee ed americane a favore della ribellione contro il regime di Yanukovich, quindi questa contrapposizione è assolutamente evidente.

D. - Da non sottovalutare sono gli enormi interessi legati agli oleodotti e ai gasdotti che percorrono l’Ucraina, permettendo il transito verso l’Europa degli idrocarburi russi. C’è chi parla di un’Europa sotto “scacco” di Mosca. È davvero così?

R. - No. Non è così perché semmai è uno “scacco” reciproco, è uno stallo. È vero che la Russia da sola provvede al 25% del fabbisogno energetico dell’Europa, ma è anche vero che l’Europa pagando contribuisce in maniera formidabile agli introiti dello Stato russo, il quale non potrebbe assolutamente fare a meno. Quindi, diciamo che da quel punto di vista non è che l’Europa domani po’ trovarsi al buio: è l’Ucraina che può trovarsi al buio perché basterebbe che Mosca facesse pagare all’Ucraina, per gas e petrolio, i prezzi di mercato, o decidesse di ridiscutere le forniture di combustibile nucleare - perché l’Ucraina ha le centrali nucleari funzionanti e il combustibile nucleare che usano viene al 100% dalla Russia. Allora, lì per l’Ucraina sarebbero guai seri.

D. - Storia a parte, in fine la vicenda della Crimea, molto vicina a Mosca. C’è il pericolo che scoppino tensioni anche su questo fronte?

R. - Il pericolo c’è ma dipende da quanto le varie tendenze alla frammentazione verranno usate dai diversi protagonisti - in questo caso per la Crimea, ovviamente, in primo luogo dalla Russia - per ottenere vantaggi su questa specie di trattativa internazionale che si sta svolgendo sul tema dell’Ucraina.







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