2014-02-27 16:20:12

Pakistan, blasfemia: resta in carcere Asia Bibi, nuovo rinvio per l'udienza dell'appello


L’Alta Corte di Lahore ha annullato l'udienza del processo di appello per Asia Bibi. Cristiana, madre di cinque figli, accusata di blasfemia è in carcere, con una condanna a morte, dal 2009. La pena capitale è stata sospesa in attesa del processo d’appello che ancora non si è celebrato. Massimiliano Menichetti ha intervistato Mobeen Shahid, docente di pensiero e religione islamica alla Pontificia Università Lateranense e fondatore “dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia”, realtà voluta dal ministro cattolico per le minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso da fondamentalisti islamici, in Pakistan, nel 2011:RealAudioMP3

R. - In Pakistan i giudici hanno paura di affrontare i casi sulla blasfemia perché non solo gli avvocati, ma anche i musulmani si mettono contro di loro oltre ai gruppi militanti che li minacciano. Il caso di Asia Bibi, spostato alla prossima udienza, è l’ennesimo esempio di questo “gioco” che accade già da alcuni anni, da quando Asia Bibi è in carcere. Nessun giudice ha il coraggio.

D. – Manca il coraggio di giudicare ma Asia Bibi è anche innocente…

R. – E’ stata giudicata innocente sia dal governatore Salman Taseer - ucciso proprio per questo - ed anche da colui che si è impegnato per la sua liberazione Shahbaz Bhatti, ucciso per aver difeso questa donna, madre di cinque figli. In Pakistan è sufficiente essere accusato di blasfemia anche senza prove; a tal riguardo voglio richiamare la vostra attenzione in particolare sul fatto che il popolo pakistano ed il popolo che vive al sud del continente è profondamente religioso e mai commetterebbe questo reato. In Pakistan si sta verificando più che altro un abuso della legge sulla blasfemia.

D. – Come sta Asia Bibi, che cosa dice e come vive le sue giornate?

R. - Asia Bibi è stata spostata nel carcere di Sheikhupura – verso il Sud del Paese – e per la famiglia è molto difficile raggiungerla, tant’è che non può incontrare le sue figlie in maniera molto frequente. Vive un forte stress ed abbiamo saputo che ha subito minacce dalle compagne prigioniere: la odiano proprio perché secondo loro lei ha commesso blasfemia. In questo modo la situazione diventa per lei ancora più difficile.

D. – Qual è lo scenario giuridico che ha comunque di fronte Asia Bibi?

R. – Nel caso in cui l’Altra Corte di Lahore confermasse la prima sentenza, si dovrà procedere con un altro appello presso la Corte Suprema del Pakistan; alla fine si potrebbe anche arrivare al perdono da parte del presidente della Repubblica.

D. – Ovviamente, se dovesse essere invece riconosciuta innocente la cosa si chiuderebbe…

R. – Sì. Se l’Alta Corte di Lahore la ritenesse innocente la prima sentenza verrebbe cancellata.

D. – Qual è la condizione delle minoranze in Pakistan, in particolare dei cristiani?

R. – Oggi, davanti al fanatismo religioso – in questo caso islamico - con cui hanno a che fare, i governi si trovano senza strumenti sufficienti per la difesa delle minoranze. In questo caso i cristiani in Pakistan oggi sono una realtà perseguitata.

D. – Ci sono state tante manifestazioni per modificare la legge sulla blasfemia: a che punto si è adesso?

R. - Shahbaz Bhatti fu nominato dal presidente per la Commissione per la revisione della legge sulla blasfemia, Asif Ali Zardari, e fu ucciso proprio per mano del Tehrik-i-Taliban Pakistan… gruppi che hanno minacciato ultimamente Paul Bhatti ed altri familiari. Paul Bhatti è il fratello di Shahbaz Bhatti ed il suo successore politico. È difficile modificare la legge sulla blasfemia perché all’interno del Parlamento pakistano ci sono partiti religiosi islamici ed inoltre almeno quasi 90 gruppi alleati dei talebani sul tutto il territorio nazionale. Appena viene toccata la legge sulla blasfemia chi è responsabile viene attaccato ed anche coloro che difendono i casi dell’abuso della legge sulla blasfemia sono sotto minaccia. Tutto ciò rende difficile il lavoro in difesa dei cristiani.

D. – Voi comunque non vi arrendete. Cosa servirebbe?

R. – Servirebbe promuovere la cultura di armonia nazionale, di armonia interreligiosa, alcuni Ulema importanti in Pakistan sono disponibili a lavorare ma non è solo con qualche conferenza che si può risolvere questo problema. Bisognerebbe coinvolgere i media pakistani ed anche quelli internazionali per creare tolleranza tra le religioni e tra i fedeli delle varie religioni.

D. – Domenica sarà il terzo anniversario dell’uccisione di Shahbaz Bhatti, ci sarà un importante evento a Roma…

R. – L’associazione dei pakistani cristiani in Italia e la federazione delle associazioni dei pakistani cristiani hanno organizzato una Messa a Via del Corso, 45 nella Chiesa di Gesù e Maria. Colgo questa occasione per invitare chiunque volesse essere presente per pregare, non solo per il nostro martire Shahbaz Bhatti ma per tutti i martiri cristiani del Pakistan.







All the contents on this site are copyrighted ©.