Il Papa ai vescovi amici del Movimento dei Focolari: Chiesa, parabola di comunione
Un invito a volersi bene “pur nelle differenze di carattere, di provenienza, di età”.
È l’esortazione del Papa, nel discorso ai vescovi amici del Movimento dei Focolari,
riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo per il loro 37.mo incontro internazionale,
sul tema: “La reciprocità dell’amore tra i discepoli di Cristo”. Il servizio di Giada
Aquilino:
“Una convivenza
fraterna, in cui condividere le esperienze spirituali e pastorali nella prospettiva
del carisma dell’unità”. È il convegno dei vescovi amici del Movimento dei Focolari
nelle parole di Papa Francesco, che ha ricordato ai presuli come essi siano “chiamati
a portare a questi incontri il respiro ampio della Chiesa” e a far sì che, quanto
ricevuto in questa occasione, “vada a beneficio di tutta la Chiesa”:
“La
società di oggi ha un grande bisogno della testimonianza di uno stile di vita da cui
traspaia la novità donataci dal Signore Gesù: fratelli che si vogliono bene pur nelle
differenze di carattere, di provenienza, di età… Questa testimonianza fa nascere il
desiderio di essere coinvolti nella grande parabola di comunione che è la Chiesa”.
Quando
una persona avverte che ‘la reciprocità dell’amore tra i discepoli di Cristo’ è possibile
ed è “capace di trasformare la qualità delle relazioni interpersonali”, si sente chiamata
- ha sottolineato il Pontefice ai partecipanti all’assise del Movimento fondato da
Chiara Lubich - “a scoprire o a riscoprire Cristo, si apre all’incontro con Lui vivo
e operante, viene spronata - ha proseguito - ad uscire da sé stessa per andare verso
gli altri e diffondere la speranza che ha ricevuto in dono”. Prendendo spunto dalla
Lettera apostolica Novo millennio ineunte del beato Giovanni Paolo II, il Santo
Padre ha ricordato che “fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione” è davvero
fondamentale per l’efficacia di ogni impegno nell’evangelizzazione: rivela infatti
“il desiderio profondo del Padre”, cioè che “tutti i suoi figli vivano da fratelli”,
“la volontà del cuore di Cristo”, cioè che “tutti siano una sola cosa”, e “il dinamismo
dello Spirito Santo, la sua forza di attrazione libera e liberante”:
“Coltivare
la spiritualità di comunione contribuisce inoltre a renderci più capaci di vivere
il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso”.
In tale prospettiva,
l’auspicio di Papa Francesco è stato che il convegno di Castel Gandolfo “sia occasione
propizia per crescere nello spirito della collegialità e - ha concluso - per ricavare
dall’amore reciproco motivo di incoraggiamento e di speranza rinnovata”.