Repubblica Dominicana: Messaggio dei vescovi per la Festa dell'indipendenza
“Il valore della vita politica” è il titolo del tradizionale messaggio annuale della
Conferenza episcopale dominicana per la 170.ma festa dell’Indipendenza che i celebra
oggi e in vista delle elezioni legislative e municipali del prossimo 25 maggio. “Oggi
più che mai abbiamo bisogno di politici che restituiscano alla politica il suo ruolo
autentico di scienza del bene comune e che pensino più al benessere della Nazione
che al potere e ai benefici che esso può dare”, sottolinea il documento che esorta
i fedeli a partecipare alla costruzione di una società fondata sui valori della libertà,
della giustizia, della vita, della dignità e dei diritti della persona. “Per i cristiani,
la politica è un modo per praticare la virtù della carità e parteciparvi non è solo
un diritto, ma un dovere”, affermano i presuli ricordando che un cristiano deve impegnarsi
per il bene della società senza dimenticare che la fede trascende la politica, e che
il Vangelo offre i criteri e l’ispirazione per lavorare per la giustizia sociale e
la dignità, soprattutto per i più poveri e bisognosi. I presuli ricordano che, purtroppo,
la cattiva gestione di tanti politici interessati solo al potere e all’arricchimento
personale, in tutto il mondo, ha corrotto la vera natura della politica, diventata
oggi sinonimo di “menzogna, inganno, corruzione, demagogia e sporcizia”. Nel documento
i presuli dominicani criticano poi i sostenitori del neo-liberismo e di un’economia
di mercato che ha escluso la maggioranza e ha diffuso una mentalità edonista, consumista
e individualista, “senza avere il coraggio di dire la verità: un popolo si salva con
l’ordine, l’onestà, la disciplina e il lavoro”. In questo contesto, i vescovi sottolineano
l’urgenza di approvare una legge che sconfigga il clientelismo nei partiti; la necessità
di una educazione politica e civica dei cittadini e nelle scuole, di una vera separazione
dei poteri dello Stato; di combattere ogni forma di corruzione, delinquenza e insicurezza.
Essi chiedono, in conclusione, di sostituire la cultura permissiva dello spettacolo
con una fondata sui principi etici della responsabilità, del servizio e della fratellanza,
dello sviluppo e della pace sociale. (A cura di Alina Tufani)