2014-02-26 13:56:27

Egitto. Si lavora alla squadra di governo. La priorità è la lotta al terrorismo. Al Cairo 26 condanne a morte


In Egitto. Il premier incaricato, Ibrahim Mahlab, lavora alla composizione del nuovo esecutivo, dopo le recenti dimissioni di quello guidato da Hazem Beblawi. Sono stati riconfermati diversi ministri, compreso quello degli interni, Mohamed Ibrahim, il capo dicastero del petrolio, Sherif Ismail, e quello della pianificazione, Ashraf al-Arabi. Confermato anche il Ministero della difesa che rimane al capo dell’esercito, il maresciallo Abdel Fattah al-Sisi. In questo scenario e mentre il Paese cerca di costruire un profilo democratico, un tribunale de Il Cairo ha condannato a morte ventisei persone ritenute colpevoli di aver pianificato attentati nel canale di Suez. La sentenza definitiva, se confermata, arriverà il 19 marzo. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con la prof.ssa Valentina Colombo della European Foundation for Democracy e ricercatrice di storia dei Paesi islamici all’Università Europea di Roma:RealAudioMP3

R. – Non sarà un governo molto diverso dal precedente. Probabilmente cambieranno dei nomi: non è ancora stato fatto il nome di al-Sisi, ma teniamo presente che si sa già che al-Sisi concorrerà per la presidenza, per cui potrebbe essere una mossa anche quella di non rinominarlo, proprio per dargli il tempo di organizzarsi per il futuro, che è un futuro molto più importante. Nell’immaginario delle persone, al-Sisi è già presidente in pectore.

D. – Che cosa ha in più questo esecutivo, rispetto al precedente che si è dimesso, secondo alcuni, a sorpresa?

R. – Io credo si tratti semplicemente di una questione interna: con molta probabilità, Beblawi aveva chiesto qualcosa che non gli era stato dato e ha abbandonato. O addirittura, non possiamo neanche escludere che lui non si sentisse l’"uomo forte" di cui l’Egitto ha bisogno. Bisogna avere anche coraggio per prendere certe misure contro il terrorismo, in Egitto si rischia la vita. Comunque, la mia convinzione è che sia cambiato un nome, un personaggio, ma non cambierà la sostanza di questo governo.

D. – Ma chi è, secondo lei, Ibrahim Mahlab?

R. – E’ un uomo forte, conosciuto. Forse, è l’uomo giusto per compiere delle azioni decise. D’altronde, lui ha dichiarato proprio nelle ultime ore che il suo scopo è quello di combattere al fianco del popolo egiziano e questo credo sia un messaggio che ai 90 milioni di egiziani sia decisamente utile.

D. – Lui dice: “Combattere il terrorismo servirà per rilanciare il turismo”, ovvero l’economia: strategie essenziali?

R. – Diciamo che senza il turismo l’Egitto è a terra. L’escalation di attentati terroristici degli ultimi mesi: dal momento in cui i Fratelli musulmani stessi sono stati dichiarati organizzazione terroristica, hanno iniziato a fare agire le loro falangi. Se non loro in prima persona, sicuramente tutte quelle realtà armate, che sono organizzazioni palesemente terroristiche, ideologicamente legate ai Fratelli musulmani. Quindi, oggi come oggi lotta al terrorismo interno è una questione di sicurezza per gli egiziani ma soprattutto di sicurezza economica: infatti, se il Paese dovesse fare un ulteriore passo verso il baratro, rischia davvero di non risollevarsi mai più.

Aggiornato il 27 febbraio 2014







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