Centrafrica: iniziative della Chiesa per i profughi musulmani vittime degli anti-balaka
Mentre resta alta la tensione in Centrafrica, la Chiesa nel Paese si sta adoperando
per accogliere e proteggere i migliaia di profughi musulmani dalle milizie di autodifesa
anti-balaka (anti-machete). A Baoro nel nord-ovest del Paese – riportano le agenzie
Cisa e Apic - una parrocchia cattolica ha accolto circa 2mila musulmani che non sono
riusciti a fuggire dalla città, mentre altri 650 sono ospitati in una chiesa a Boali,
una località vicina. Nella stessa regione un gruppo di religiose assistono altri 500
musulmani con cibo, acqua e medicine. Anche l’arcivescovo di Bangui, Dieudonné Nzapalainga
e l’Imam Omar Kobine Layama, impegnati insieme da settimane a fermare le violenze
e soprattutto ad evitare ogni strumentalizzazione religiosa, stanno dando il loro
sostegno personale ai civili nella capitale. In un comunicato diffuso dalla Caritas
locale, mons. Nzapalainga ha esortato tutti i fedeli ad aiutare i loro concittadini
musulmani in difficoltà : ”L’amore è al centro della fede cristiana: non potete dirvi
cristiani se uccidete il vostro fratello , o quando cacciate le persone”, ha ammonito
il presule. A sostenere la martoriata popolazione centrafricana rimangono i missionari
presenti nel Paese, affiancati dalle organizzazioni cattoliche straniere. Tra queste
i Catholic Relief Services, la Caritas degli Stati Uniti che con l’appoggio di quella
francese (Secours Catholique), ha avviato un programma a favore di Bossangoa, città
nel nord del Paese, dove dall’inizio dei combattimenti decine di migliaia persone
si sono rifugiate nei pressi della missione cattolica. Il programma, che durerà fino
ad agosto, prevede anche la distribuzione di aiuti ad un altro sito, dove la maggior
parte degli sfollati sono musulmani. In settimana ai missionari nella Repubblica Centrafricana
arriveranno anche i primi aiuti a favore delle persone bisognose raccolti dalla fondazione
Redemptoris Missio di Poznan, in Polonia. (A cura di Lisa Zengarini)