2014-02-26 13:04:50

Attacco Boko Haram ad un liceo nigeriano: il cardinale Onaiyekan, violenza indiscriminata


Un atto “efferato, brutale e insensato”. Con queste parole il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha condannato l’ennesima azione degli estremisti islamici di Boko Haram che martedì notte hanno attaccato il liceo federale di Bani Yadi, nello Stato nord orientale di Yobe, uccidendo brutalmente 43 studenti, quasi tutti maschi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Poi hanno dato alle fiamme l'edificio scolastico e si sono dileguati nel buio. Nonostante lo stato d’emergenza proclamato a maggio dalle autorità federali, sono dunque stati presi di mira ancora una volta dei giovani inermi, ritenuti “colpevoli” dai Boko Haram di volere una educazione “all'occidentale”. Dall'inizio dell'insurrezione contro il governo, nel 2009, i miliziani hanno già compiuto eccidi di questo genere in numerose scuole e luoghi di culto, soprattutto cristiani. Ce ne parla il card. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Hanno colpito i ragazzi e risparmiato le ragazze, alle quali hanno detto di andare a casa a sposarsi e di non perdere tempo con la scuola. La loro idea è che la scuola “all’occidentale” non solo non sia utile, ma sia anche dannosa. Secondo il loro modo di pensare, l’unica maniera per formarsi sarebbe quella islamica. Abbiamo visto che oggigiorno la formazione dei giovani a livello scientifico è uguale dappertutto, in tutto il mondo. Questa gente invece rifiuta l’insegnamento moderno.

D. – Perché i Boko Haram agiscono con tanta violenza?

R. – Non saprei dirlo. Anche per noi nigeriani è qualcosa di incomprensibile. Cosa ci può essere nella testa di questa gente, che circonda il dormitorio di una scuola con ragazzi e ragazze, che non hanno fatto niente, che dà loro fuoco e che - a coloro che cercavano di scappare - taglia la gola? Questo per noi nigeriani è una crudeltà, una violenza che non ha senso. Qui non si tratta di un attacco contro una chiesa o contro una scuola cattolica: la religione qui non c’entra! Uccidono così anche i musulmani.

D. – Anche i musulmani, cioè, che non sono allineati con le loro idee vengono uccisi?

R. – Il che vuol dire la grande maggioranza dei musulmani nigeriani. Allora si tratta di una violenza indiscriminata. Ho provato tanta pena, tanto dolore, come tutti i nigeriani, sia musulmani, sia cristiani.

D. – Allora perché molta stampa internazionale, quando si evoca la Nigeria, parla di violenze a sfondo religioso?

R. – Sembra che sia quasi diventato un dogma. Ogni volta che c’è un disordine, la stampa parla di cristiani e musulmani. E’ lo stesso problema che ha adesso la Chiesa del Centrafrica. La stampa internazionale, infatti, parla sempre di milizie cristiane e la Chiesa centrafricana ha detto: “Non abbiamo organizzato alcuna milizia”. Anzi, la leadership dei cristiani e dei musulmani in Centrafrica ha fatto dei tentativi per agire insieme, per calmare le acque e risolvere i problemi.

D. – Nel suo messaggio Urbi et Orbi, il giorno di Natale, Papa Francesco ha ricordato la Nigeria e ha pregato per convertire il cuore dei violenti, affinché prevalgano il dialogo e la pace. Ecco: per dove passano in Nigeria il dialogo e la pace oggi?

R. – Preghiamo sempre, come dice il Santo Padre: preghiamo affinché Dio cambi il cuore dei violenti. Dobbiamo credere anche che Dio può, quando vuole, come vuole, agire nel cuore di questa gente. Un’altra cosa poi è il dialogo: dialogare vuol dire che le parti si mettono insieme, sono d’accordo per parlare. Ma quando non c’è la volontà di parlare, né il forum per parlare, come si può dialogare? Questo è il problema che abbiamo adesso in Nigeria. Credo, però, che il governo potrebbe fare di più: se ci fossero dei musulmani che nelle loro moschee, nelle loro comunità, parlassero con Boko Haram e poi venissero a dare dei riscontri al resto del Paese, forse si potrebbero compiere dei progressi.

Ultimo aggiornamento: 27 febbraio







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