2014-02-25 08:12:07

Crisi Ucraina: l’Onu chiede il rispetto dell'integrità territoriale


Bisogna preservare “'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina”. Così il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon sugli ultimi sviluppi nel Paese. La Russia intanto parla di tendenze "dittatoriali" e "metodi terroristici". Mosca mostra anche perplessità per il sostegno europeo alle elezioni presidenziali anticipate da Kiev al 25 maggio, mentre non si ha ancora nessuna notizia dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, ricercato per il reato di strage. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

Nessuna notizia certa sulla sorte dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, l’ex capo dello Stato, ricercato per reato di strage si troverebbe, ma non è confermato, a Sebastopoli, il porto della Crimea dove ha sede la flotta della Russia sul Mar Nero e sarebbe pronto a cercare riparo proprio a Mosca. E’ accusato per la dura repressione delle manifestazioni del 20 febbraio a Kiev in cui hanno perso la vita 82 persone, molti falcidiati dai cecchini. E proseguono le manifestazioni filo russe a Sebastopoli dove è stato eletto sindaco l'imprenditore russo Alexei Chalov. Intanto il presidente provvisorio ucraino ad interim nonché premier e presidente del parlamento, Oleksandr Turcinov, ha incontrato ieri il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton. Sul tappeto il rilancio immediato dei negoziati con l’Ue e la firma dell’accordo di associazione e libero scambio che era stata congelata a fine novembre. La Russia però alza i toni e parla di tendenze "dittatoriali" e "metodi terroristici" che stanno emergendo in Ucraina, mostrando anche perplessità per il sostegno europeo alle elezioni presidenziali anticipate al 25 maggio. L’Onu intanto ribadisce che bisogna preservare l'unità e l'integrità territoriale dell’Ucraina sottolineando la necessità di “astenersi dalla violenza e di sostenere i principi della democrazia e dei diritti umani”. E Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha proposto la creazione di un gruppo di contatto internazionale a sostegno della transizione politica. Pronti anche aiuti economici, invocati dal governo provvisorio di Kiev, da parte del Fondo Monetario Internazione ed Europa a fronte del blocco dei 15 miliardi di dollari promessi da Mosca. Sul fronte diplomatico il presidente francese Hollande chiede al russo Putin di collaborare con l’Ue, mentre oggi arriva a Kiev anche il vice-segretario di Stato statunitense, William Burns.

Sulla situazione in Ucraina, il commendto di Massimiliano Di Pasquale autore del libro "Ucraina terra di confine" edito da "Il Sirente":RealAudioMP3

R. – La situazione in Ucraina è ancora complessa. E’ vero che Yanukovich è stato deposto e adesso c’è un governo provvisorio con a capo Turcinov, l’ex-braccio destro della Timoshenko e c’è un mandato di cattura per Yanukivich, che non si sa bene dove sia, però la situazione è molto grave. Dico questo perché anche nella città di Kharkiv, che è la seconda città d’Ucraina, polo industriale famoso anche all’epoca dell’Unione Sovietica, ci sono scontri tra "titushki", che sono queste milizie irregolari, reclutate da Yanukovich, comunque filo russe, e i manifestanti di "Euromaidan". La situazione è tutt’altro che pacificata. Kharkiv è una roccaforte importante: se il tentativo di secessione lì non va in porto allora l’Ucraina può stare sicura. Ma la battaglia in questo momento è proprio a Kharkiv.

D . –Differente comunque la situazione in Crimea…

La Crimea è sempre stata una roccaforte russofona. E’ più facile mobilitare una protesta e configurare uno scenario come quello dell’Ossezia del Sud, nel 2008, quando, con la scusa della tutela della popolazione russofona, i carri armati invasero la Georgia. Uno scenario di questo tipo è più probabile in Crimea piuttosto che nelle regioni dell’Est. Però è chiaro che in questo momento c’è grande paura per quello che potrebbe succedere a Kharkiv.

D. - In questo scenario Unione europea e Stati Uniti fanno pressione su Mosca affinché non ci sia un intervento, è un rischio reale?

R . – Il rischio è reale. L’intervento di Mosca potrebbe creare veramente una guerra civile. Finora non c’è stata una guerra civile, anche se molti l’hanno definita così. C’è stata una guerra del popolo: del popolo dell’Est e dell’Ovest contro un regime che è diventato una sorta di dittatura sanguinaria, visto quello che è successo nelle ultime settimane, non una guerra civile. Il rischio però di manipolare delle folle russofone - ricordiamoci che in Crimea sono stati emessi tanti passaporti russi a cittadini ufficialmente ucraini - potrebbe creare uno scenario molto pericoloso.

D. – Sono state anticipate le elezioni presidenziali al 25 maggio, anche la Timoshenko ha in un certo qual modo ribadito che non si candiderà…

R. – La Timoshenko ha dichiarato che non si vuole candidare in questa fase, non ha escluso la candidatura alle presidenziali il 25 di maggio.

D. – Questo porta una continuità con la "rivoluzione arancione" o ci sono differenze?

R. – Io credo che esistano differenze tra la "rivoluzione arancione" e questa rivoluzione, soprattutto anche rispetto alla polarizzazione Est-Ovest, perché la "rivoluzione arancione" nacque appunto come sussulto contro un regime corrotto che attraverso il broglio elettorale perpetrato da Yanukovich voleva insediare Yanukovich al potere. Poi ci fu la ripetizione del voto e vinse la coalizione degli arancioni. Però in quel momento era configurabile una dialettica Est contro Ovest, che è una dialettica che poi è cambiata nel corso degli anni. Adesso, invece, come ripeto c’è stata sollevazione popolare di tutto il popolo ucraino contro il regime Yanukovich e questo ha riguardato sia le roccaforti nazionaliste come Leopoli o le città dell’Ovest, ma anche città dell’Est. Ci sono stati "Euromaidan" molto forti a Kharkiv, a Zaporozhye, che era una città industriale dell’ex-Unione sovietica e addirittura qualche manifestante in Crimea per cui la situazione è diversa. Poi comunque io credo che gli eventi di questi giorni abbiano dimostrato che si chiude la fase del post soviet, quella fase che non si era conclusa nel 2004, ci vuole un ricambio, una rigenerazione della nazione ucraina. Il ricambio passa anche per nuovi volti e nuovi politici. Occorre non ripetere l’errore fatto dagli arancioni, nel 2004, quando le liti continue tra Timoshenko e Yushenko portarono a una crisi dell’elite che aveva vinto. In questo momento occorre unitarietà, occorre mettersi d’accordo su un candidato unitario per vincere le elezioni.

D. - Questo dal punto di vista interno. In questa situazione però è altrettanto necessario che il popolo ucraino sia sostenuto dall’Unione Europea, anche economicamente…

R. – Questa è un’altra delle priorità per cui in questa prima fase è importante che si vada a negoziare con l’Europa e con il Fondo monetario internazionale presentando una persona che sia credibile e che dia garanzie.







All the contents on this site are copyrighted ©.