Card. Pell: migliore gestione dell'economia vaticana andrà a vantaggio dei poveri
“Se facciamo un uso migliore delle risorse a noi affidate possiamo migliorare la nostra
capacità di sostenere le buone opere della Chiesa, in particolare le nostre opere
per i poveri e gli svantaggiati”. L’affermazione è del card. George Pell, che lunedì
Papa Francesco ha messo a capo, come prefetto, della nuova Segreteria dell’Economia,
organismo cui faranno capo tutte le attività economiche e amministrative della Santa
Sede e del Vaticano. Le parole del porporato sono state diffuse martedì dal sito dell’arcidiocesi
di Sydney, che il card. Pell guidava da 12 anni e che ora si appresta a lasciare per
assumere in pianta stabile a Roma le responsabilità derivanti dal suo nuovo incarico.
In
un’intervista rilasciata sul Sole 24 ore, il principale quotidiano economico-finanziario
italiano, il neo prefetto spiega che il lavoro della Segreteria per l’Economia – sostenuto
dal Consiglio per l’Economia – riguarderà la gestione “dei flussi finanziari dei singoli
dicasteri, a partire dalla spending rewiev”. Ogni tre mesi, ha precisato il
cardinale Pell, “ci sarà un controllo su entrate e spese” al fine di riformare il
modo di programmare i bilanci dei singoli dicasteri. “Il criterio del bilancio cambierà”,
osserva ancora nell’intervista al Sole 24 ore: “Oggi è troppo dispersivo, talvolta
pecca di trasparenza. L’idea è l’innesto a tutti i livelli di ‘checks and balances’,
ridando quindi unità al bilancio ma al contempo prevedendo maggiore autonomia di spesa
dei singoli dicasteri, che oggi per comprare un blocco di carta devono compilare diversi
moduli. È necessario sburocratizzare”.
Sul Consiglio per l’Economia, che sarà
composto da 8 cardinali e 7 laici, il cardinale Pell afferma peraltro – come riportato
dal sito dell’arcidiocesi di Sydney – di aver “sempre riconosciuto la necessità per
la Chiesa di essere guidati da esperti in questo settore” e di essere quindi “lieto”
di lavorare quanto prima con i membri del Consiglio stesso. “Dobbiamo essere aperti
alla consulenza di esperti e consapevoli – conclude –della possibilità di migliorare
il modo in cui gestiamo la nostra amministrazione finanziaria”. (A cura di Alessandro
De Carolis)