Napoli, gli "Amici di strada" in aiuto dei senza fissa dimora: la crisi colpisce sempre
di più la città
Cibo e coperte per i bisognosi, ma soprattutto la capacità di ascoltare. Opera così
un piccolo gruppo di volontari impegnati a Napoli per aiutare i senza fissa dimora.
Si chiamano “Amici di strada”, sono nati nel 2008 grazie all’opera di laici impegnati
in varie parrocchie della diocesi e portano il loro supporto nei quartieri a rischio
della città. Maria Cristina Montagnaro ha chiesto a Piero Alonzo, uno
dei fondatori, come è nata l’idea:
R. - L’idea
è nata dall’osservazione empirica di molte persone bisognose che vivono per la strada.
All’inizio io - ma poi ho coinvolto altre persone - in piccolo ho cercato di trasportare
nella mia parrocchia dell’epoca - Sant’Antonio a Posillipo - questa idea.
D.
- Cosa fate in concreto?
R. - Noi usciamo il lunedì sera con macchine e moto
e copriamo tutti i luoghi della città di Napoli dove sappiamo esserci la presenza
dei senza dimora.
D. - Quali sono i bisogni delle persone ai margini della
società?
R. - L’idea di “Amici di strada”, di questo servizio, di questa missione
ci tengo a dire è una missione che sin dall’inizio - ma ancora adesso - coinvolge
più parrocchie; è una bella cosa perché è una comunione di intenti tra parrocchie
diverse. L’idea fondamentale è quella di partire dal “gancio”, ovvero, offrire un
pasto caldo, portare un piatto, un panino, il sacchetto completo… Per noi questa è
soltanto l’occasione per cercare di conoscere meglio i nostri amici, cercare di offrire
loro la nostra amicizia, il nostro affetto perché spesso queste persone sono, ahimè,
chiamate “barboni”, un termine molto brutto che non amiamo minimamente, e da tanti
considerate “invisibili”.
D. - Sono in aumento le persone bisognose di aiuto
a causa della crisi economica?
R. - Assolutamente sì. Purtroppo stiamo toccando
con mano, ogni lunedì sera, l’aumento delle nuove povertà che si vedono tangibilmente:
specialmente alla Stazione centrale ma anche ai Campi Flegrei vediamo che ci sono
persone veramente disperate e molti vengono apposta dalla Stazione - per esempio,
moltissime persone di colore dalla zona di Castel Volturno, di Mondragone, da queste
zone periferiche della provincia di Napoli - per prendersi un pasto e vanno via. Noi
stiamo purtroppo trovando un numero crescente anche di italiani, di persone napoletane
di mezza età ed anziani che purtroppo vengono per un pasto.
D. - Chi sono le
persone che aiutate?
R. - La tipologia di persona è un po’ difficile a dirsi
perché ci possono essere i senza dimora, ovvero, persone che hanno subito duramente
i colpi della vita, una persona che ha subito la perdita del lavoro, la perdita di
affetti ma talvolta ci sono anche persone che possono aver sbagliato: noi siamo amici
anche di ex detenuti. È una galassia assolutamente composita.