2014-02-23 19:49:39

G20, raggiunto accordo per aumentare Pil globale del 2 per cento in 5 anni


Dal G20, che ha chiuso questa domenica i lavori a Sydney, è arrivato un appello per l’Ucraina: serve una soluzione pacifica e democratica ha detto il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, mentre il presidente della Bce Draghi ha per ora scongiurato i rischi di contagio che possono arrivare da Kiev. Nel documento finale del vertice, raggiunta l’intesa ad accelerare la crescita economica mondiale, con politiche che puntino a far aumentare il Pil del 2 per cento, nei prossimi 5 anni. Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Piuttosto che una generica raccomandazione sulla traiettoria di crescita, come avrebbe voluto la Germania, al summit delle 20 economie più importanti del mondo ha prevalso la linea di quanti volevano stabilire un obiettivo numerico: e così per i prossimi 5 anni si punterà ad attuare politiche in grado di consentire un aumento del Pil di almeno il 2 per cento, che tradotto vuol dire due mila miliardi di dollari di attività economica in più rispetto a quella attuale, e decine di milioni di posti di lavoro. Traguardi questi che non fanno rima con austerity anche se le nuove misure saranno prese sempre in un contesto di sostenibilità di bilancio. Ampia convergenza sul maggior coordinamento delle banche centrali, sulla necessità di politiche monetarie accomodanti e sul tema della tassazione per le grandi imprese del settore “hi tech”: i profitti verranno tassati solo lì dove verrà creato valore. Sotto i riflettori anche la questione dell’Ucraina a cui potrebbero giungere gli aiuti di Stati Uniti, Fondo Monetario internazionale e Ue. E proprio nell’area euro la ripresa resta modesta però è meno fragile: lo dice il presidente della Bce Draghi che lancia il monito a ridurre il debito pubblico ma promette interventi mirati per l’inflazione.

Ambizioso ma realistico: così viene definito l’accordo emerso al G20, che si è concluso ieri a Sidney in Australia. Ministri finanziari e presidenti delle Banche centrali si sono impegnati su politiche e riforme che puntino ad accelerare la crescita economica globale. C’è da dire che il Sudafrica ha chiesto coordinamento delle politiche economiche, così da evitare che gli "squilibri" abbiano "ricadute negative sulle altre economie". Il riferimento è all'impatto sui Paesi emergenti che ha avuto la riduzione degli stimoli monetari avviata dalla Federal Reserve in Usa. Ci spiega il nodo del problema, Paolo Guerrieri, docente di economia internazionale all’Università La Sapienza, intervistato da Fausta Speranza:







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