Angelus. Il Papa: no a divisioni tra comunità, associazioni e movimenti, apparteniamo
tutti a Cristo
Dopo la celebrazione con i nuovi cardinali, il Papa, a mezzogiorno, ha guidato la
tradizionale preghiera dell’Angelus dalla finestra dello studio privato nel Palazzo
apostolico. Di fronte ai tanti pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, ha esortato
a lavorare per l’unità della Chiesa, evitando ogni divisione, perché una comunità
non appartiene a qualche predicatore, ma a Cristo. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Già ai tempi
di San Paolo la Chiesa si trovava di fronte alle divisioni: nella comunità di Corinto
– osserva il Papa commentando la seconda Lettura di questa domenica – “si erano formati
dei gruppi che si riferivano ai vari predicatori considerandoli loro capi” dicendo:
«Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa…» (1,12). “San Paolo spiega
che questo modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli,
ma sono loro, gli apostoli, ad appartenere alla comunità” e “la comunità, tutta intera,
appartiene a Cristo!”:
“Da questa appartenenza deriva che nelle comunità
cristiane – diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti – le differenze non possono
contraddire il fatto che tutti, per il Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti,
in Gesù Cristo, siamo figli di Dio. E questa è la nostra dignità: in Gesù Cristo siamo
figli di Dio. Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di
amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni,
ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino
della santità”.
La Chiesa – ha proseguito il Papa – “affida la testimonianza
di questo stile di vita pastorale ai nuovi Cardinali”:
“Il Concistoro di
ieri e l’odierna Celebrazione eucaristica ci hanno offerto un’occasione preziosa per
sperimentare la cattolicità, la universalità della Chiesa, ben rappresentata dalla
variegata provenienza dei membri del Collegio Cardinalizio, raccolti in stretta comunione
attorno al Successore di Pietro. E che il Signore ci dia la grazia di lavorare per
l’unità della Chiesa, di costruire questa unità, perché l'unità è più importante dei
conflitti. L’unità della Chiesa è in Cristo, i conflitti sono problemi che non sempre
sono di Cristo”.
Papa Francesco ha poi esortato a rinnovare "la fede, l’amore
per Cristo e per la sua Chiesa" e “a sostenere questi Pastori e ad assisterli con
la preghiera, affinché guidino sempre con zelo il popolo che è stato loro affidato,
mostrando a tutti la tenerezza e l’amore del Signore”:
"Ma quanto bisogno
di preghiera ha un vescovo, un cardinale, un Papa, affinché possa aiutare ad andare
avanti il Popolo di Dio! Dico ‘aiutare’, cioè servire il Popolo di Dio, perché la
vocazione del vescovo, del cardinale e del Papa è proprio questa: essere servitore,
servire in nome di Cristo. Pregate per noi, perché siamo buoni servitori: buoni servitori,
non buoni padroni!".
“Tutti insieme, vescovi, presbiteri, persone consacrate
e fedeli laici - ha aggiunto - dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele
a Cristo, animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare incontro
con coraggio profetico alle attese e alle esigenze spirituali degli uomini e delle
donne del nostro tempo. La Madonna ci accompagni e ci protegga in questo cammino”.
Al
termine dell’Angelus, il Papa ha salutato tutti i pellegrini presenti, tra cui la
comunità dei venezuelani residenti in Italia, e “in particolare quelli venuti in occasione
del Concistoro, per accompagnare i nuovi Cardinali”, e ha ringraziato “molto i Paesi
che hanno voluto essere presenti a questo evento con Delegazioni ufficiali”.