2014-02-22 14:14:11

Ucraina: Yanukovich lascia Kiev, fedelissimo di Timoshenko nominato premier ad interim


Situazione in continua evoluzione in Ucraina: il presidente Viktor Yanukovich ha lasciato Kiev e si trova, secondo le ultime informazioni, a Kharkiv, nell’est del Paese, regione dove ha più sostenitori. Nella capitale, il parlamento sta valutando se votare per lui l’impeachment, come richiesto dall’opposizione, che vorrebbe anche arrivare ad elezioni presidenziali anticipate prima del 25 maggio. Intanto, potrebbe essere imminente la liberazione dell’oppositrice ed ex premier Yulia Timoshenko, mentre un suo fedelissimo, Oleksandr Turcinov, è stato nominato dai parlamentari primo ministro ad interim. Una decisione, quest’ultima, contestata dai deputati delle regioni del sud e dell’est fedeli a Yanukovich, che da Kharkiv hanno definito “illegittimo” il parlamento di Kiev. Ma qual è l’atteggiamento delle grandi potenze mondiali di fronte alla complessa crisi ucraina? Davide Maggiore lo ha chiesto a Marco Di Liddo, analista del Centro Studi Internazionali: RealAudioMP3

R. – In questo momento i grandi del mondo stanno a guardare. Certo, gli Stati Uniti sono intervenuti perché in un dossier così ‘caldo’ come quello ucraino la presenza statunitense era comunque fondamentale, anche a livello di dimostrazione politica di attenzione. Per quanto riguarda poi la Russia, non vedrebbe con piacere un governo eccessivamente filoeuropeo; però è altrettanto consapevole che il popolo ucraino - o una parte del popolo ucraino - è desideroso di realizzare l’integrazione nelle strutture, nel sistema di valori politici e identitari rappresentato dall’Europa.

D. – I grandi del mondo – lei dice – restano in una posizione attendista. Ma cosa può fare, invece, la Comunità internazionale?

R. – In questo momento la Comunità internazionale - e soprattutto l’Unione Europea - può porsi come terza parte mediatrice e come organizzazione e struttura in grado di favorire la pace e la stabilizzazione del Paese. Non è un compito facile, perché i manifestanti non hanno una guida politica unitaria: al momento rappresentano un complesso mosaico di diverse organizzazioni, che va dall’estrema destra agli europeisti, agli attivisti dei diritti umani… In una situazione come questa diventa ancora più difficile sedersi ad un tavolo, perché i manifestanti e coloro che si oppongono al governo di Yanukovich non hanno un’idea politica comune e soprattutto non hanno un obiettivo e un programma unitario, se non quello di voler vedere il presidente Yanukovich rassegnare le dimissioni.

D. – A questo punto esiste una soluzione condivisibile da tutte le parti?

R. – Una soluzione che potrebbe accontentare tutte le parti è emersa: è quella di elezioni anticipate. Però è naturalmente una soluzione temporanea.







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