Ucraina: Yanukovich lascia Kiev, fedelissimo di Timoshenko nominato premier ad interim
Situazione in continua evoluzione in Ucraina: il presidente Viktor Yanukovich ha lasciato
Kiev e si trova, secondo le ultime informazioni, a Kharkiv, nell’est del Paese, regione
dove ha più sostenitori. Nella capitale, il parlamento sta valutando se votare per
lui l’impeachment, come richiesto dall’opposizione, che vorrebbe anche arrivare
ad elezioni presidenziali anticipate prima del 25 maggio. Intanto, potrebbe essere
imminente la liberazione dell’oppositrice ed ex premier Yulia Timoshenko, mentre un
suo fedelissimo, Oleksandr Turcinov, è stato nominato dai parlamentari primo ministro
ad interim. Una decisione, quest’ultima, contestata dai deputati delle regioni
del sud e dell’est fedeli a Yanukovich, che da Kharkiv hanno definito “illegittimo”
il parlamento di Kiev. Ma qual è l’atteggiamento delle grandi potenze mondiali di
fronte alla complessa crisi ucraina? Davide Maggiore lo ha chiesto a Marco
Di Liddo, analista del Centro Studi Internazionali:
R. – In questo
momento i grandi del mondo stanno a guardare. Certo, gli Stati Uniti sono intervenuti
perché in un dossier così ‘caldo’ come quello ucraino la presenza statunitense era
comunque fondamentale, anche a livello di dimostrazione politica di attenzione. Per
quanto riguarda poi la Russia, non vedrebbe con piacere un governo eccessivamente
filoeuropeo; però è altrettanto consapevole che il popolo ucraino - o una parte del
popolo ucraino - è desideroso di realizzare l’integrazione nelle strutture, nel sistema
di valori politici e identitari rappresentato dall’Europa.
D. – I grandi del
mondo – lei dice – restano in una posizione attendista. Ma cosa può fare, invece,
la Comunità internazionale?
R. – In questo momento la Comunità internazionale
- e soprattutto l’Unione Europea - può porsi come terza parte mediatrice e come organizzazione
e struttura in grado di favorire la pace e la stabilizzazione del Paese. Non è un
compito facile, perché i manifestanti non hanno una guida politica unitaria: al momento
rappresentano un complesso mosaico di diverse organizzazioni, che va dall’estrema
destra agli europeisti, agli attivisti dei diritti umani… In una situazione come questa
diventa ancora più difficile sedersi ad un tavolo, perché i manifestanti e coloro
che si oppongono al governo di Yanukovich non hanno un’idea politica comune e soprattutto
non hanno un obiettivo e un programma unitario, se non quello di voler vedere il presidente
Yanukovich rassegnare le dimissioni.
D. – A questo punto esiste una soluzione
condivisibile da tutte le parti?
R. – Una soluzione che potrebbe accontentare
tutte le parti è emersa: è quella di elezioni anticipate. Però è naturalmente una
soluzione temporanea.