Il Papa crea 19 nuovi cardinali: la Chiesa ha bisogno del vostro coraggio per annunciare
il Vangelo
La Chiesa ha bisogno di voi, “ha bisogno del vostro coraggio per annunciare il Vangelo”.
E’ l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto a 19 nuovi cardinali, creati nel Concistoro
nella Basilica Vaticana, nel giorno della festa della Cattedra di San Pietro. Era
assente il cardinale Loris Capovilla, che riceverà la berretta, nei prossimi giorni,
a Bergamo. Alla celebrazione ha preso parte anche il Papa emerito, salutato con affetto
da Papa Francesco all’inizio della cerimonia. Con un gesto di grande umiltà, Benedetto
XVI si è levato lo zucchetto nel momento del saluto al Pontefice. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
La consegna
di un anello, l’imposizione di una berretta, l’assegnazione di un titolo: gesti semplici,
ripetuti nel primo Concistoro di Papa Francesco come tante altre volte nella storia
bimillenaria della Chiesa. Gesti, però, che hanno una forza sempre nuova, simbolo
di quella comunione che lega inscindibilmente il Vescovo di Roma ai suoi fratelli
cardinali. Proprio a questo vincolo d’amore, ha fatto riferimento il neo-cardinale
Pietro Parolin che, a nome di tutti i nuovi porporati, ha salutato Papa Francesco
e il Papa emerito Benedetto, presente anch’egli alla cerimonia. Un saluto, quest’ultimo,
accompagnato da un lungo emozionato applauso. Il segretario di Stato vaticano ha innanzitutto
espresso la gratitudine al Pontefice per la fiducia riposta nei nuovi cardinali:
“E’
la fiducia che sapremo rispondere, con fedeltà, generosità e perseveranza, alla chiamata
contenuta nel simbolo della porpora ed esplicitata dall’esortazione che accompagna
l’imposizione della berretta, ad essere pronti a 'comportarci con fortezza usque
ad sanguinis effusionem per l’incremento della fede cristiana, per la pace
e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana
Chiesa'”.
Il cardinale Parolin ha, quindi, rammentato
l’esortazione del Papa, nel primo giorno del suo Pontificato, a camminare alla presenza
del Signore per edificare la Chiesa. Un tema, quello del “camminare e poi costruire
e confessare” al quale Papa Francesco ha dedicato la sua omelia riprendendo le parole
della sua prima Messa in Cappella Sistina, il giorno dopo l’elezione alla Cattedra
di Pietro. Il Vangelo di oggi, ha osservato, ci dice che Gesù camminava davanti ai
suoi discepoli:
“Questo ci colpisce nei Vangeli: Gesù cammina molto, e istruisce
i suoi lungo il cammino. Questo è importante. Gesù non è venuto ad insegnare una filosofia,
un’ideologia… ma una 'via', una strada da percorrere con Lui, e la strada si impara
facendola, camminando. Sì, cari Fratelli, questa è la nostra gioia: camminare con
Gesù”.
Ma questo, ha avvertito, “non è facile, non è comodo, perché
la strada che Gesù sceglie è la via della croce”. E così quando ai discepoli “preannuncia
la sua passione, morte e risurrezione” restano stupiti “e pieni di timore per quello
che Gesù avrebbe dovuto subire, e che anche loro rischiavano di subire”. Diversamente
dai discepoli di allora, ha soggiunto il Papa, “noi sappiamo che Gesù ha vinto, e
non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza”.
Eppure, ha detto, “siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla
tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”:
“E quando
si pensa in modo mondano, qual è la conseguenza? «Gli altri dieci si sdegnarono con
Giacomo e Giovanni» (v. 41). Si sdegnarono. Se prevale la mentalità del mondo, subentrano
le rivalità, le invidie, le fazioni… Allora questa Parola che oggi il Signore ci rivolge
è tanto salutare! Ci purifica interiormente, fa luce nelle nostre coscienze, e ci
aiuta a sintonizzarci pienamente con Gesù, e a farlo insieme, nel momento in cui il
Collegio dei Cardinali si accresce con l’ingresso di nuovi Membri”.
Gesù,
ha proseguito, “si accorge che c’è bisogno di parlare ai Dodici, si ferma, e li chiama
a sé”. E proprio di questa chiamata la Chiesa ha bisogno anche oggi:
“…ha
bisogno di voi, della vostra collaborazione, e prima ancora della vostra comunione,
con me e tra di voi. La Chiesa ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo
in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità.
La Chiesa ha bisogno della vostra preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo,
la preghiera che, con l’annuncio della Parola, è il primo compito del Vescovo. La
Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore
e sofferenza in tanti Paesi del mondo”.
Il Papa ha così espresso “vicinanza
spirituale alle comunità ecclesiali e a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni
e persecuzioni”. “Dobbiamo lottare – ha ribadito a braccio – contro ogni discriminazione!”.
La Chiesa, ha detto, “ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti
nella fede e sappiano reagire al male con il bene”. E questa nostra preghiera, ha
soggiunto, “si estende ad ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle
sue convinzioni religiose”:
“La Chiesa ha bisogno di noi anche affinché
siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le
nostre preghiere. Fare la pace! Artigiani della pace! Per questo invochiamo la pace
e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza,
dall’esclusione e dalla guerra”.
Dopo l’allocuzione, il Papa ha elencato
il nome dei nuovi cardinali che a loro volta hanno giurato fedeltà alla Chiesa:
“Ego
Petrus, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Parolin, promitto et iuro…”
Quindi,
il simbolico e suggestivo momento dell’imposizione della berretta, della consegna
dell’anello cardinalizio e dell’assegnazione del titolo o della diaconia. Momento
seguito dall’abbraccio di pace con il Papa e con i confratelli, segno visibile di
quella comunione ecclesiale che dà forza alla testimonianza intrepida di Cristo nella
Citta di Roma e nelle regioni più lontane.