2014-02-22 10:48:31

Il neo-porporato Langlois, primo cardinale haitiano della storia: difficoltà enormi ad Haiti


Tra i nuovi porporati c'è anche il primo cardinale haitiano della storia, il vescovo di Les Cayes e presidente della Conferenza episcopale di Haiti, Chibly Langlois. 55 anni, rappresenta nel Collegio cardinalizio uno dei Paesi più poveri e dimenticati del mondo, colpito, tra l’altro da gravi calamità naturali. Ascoltiamo quanto riferisce sulla difficile situazione nel Paese, al microfono di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. – Après le tremblement de terre, nous connaissons des difficultés dans le pays …
Dopo il terremoto, il Paese si ritrova in grandi difficoltà: le famiglie hanno grandi problemi economici e questo fa sì che esse non possano assumere appieno le loro responsabilità – la madre o il padre – nei riguardi dei figli, e così le difficoltà sono enormi. Sul piano finanziario, Haiti ha molte necessità. La disoccupazione è molto diffusa – siamo all’85 per cento di persone che non ricevono stipendio – e si comprende bene quindi la grande difficoltà delle famiglie a far fronte alle proprie necessità.

D. – Haiti è però anche il Paese in cui le tensioni sociali sono forti e l’opposizione tra i partiti politici è esasperata; la Chiesa ha avviato una mediazione per avviare un processo di riconciliazione nazionale. A che punto è questa opera della Chiesa nella vita politica del Paese?

R. – Nous sommes engagés à mettre ensemble les différents partis politiques …
Ci siamo impegnati a pacificare i diversi partiti politici e anche le istituzioni, come il parlamento e il potere esecutivo affinché, dialogando, possano trovare una via d’uscita da questa crisi. E’ un impegno che porta molti risultati, perché intanto ha attenuato la tensione sociale e politica. Nei mesi di gennaio e febbraio, in cui si è svolto questo dialogo, abbiamo cercato di concentrare l’attenzione della società civile su questo dialogo. Non abbiamo però raggiunto la firma di un accordo. Si tratta di un dialogo inclusivo al quale partecipano non soltanto i partiti politici ma anche le istituzioni, come l’esecutivo, il parlamento … I tempi di cui queste istituzioni hanno bisogno per attuare questo dialogo, perché i risultati di questo siano efficaci, sicuramente dovranno essere più lunghi ed è per questo che non c’è stata la firma di un accordo. Ma noi siamo sicuri che questi accordi saranno firmati e che tutti gli attori che si sono impegnati in questo dialogo sperino fortemente che questo dialogo contribuisca a risolvere la crisi attuale. Fondando sulla speranza delle parti in causa, a nostra volta noi speriamo che, con il nostro accompagnamento, possiamo contribuire ad un accordo e poi alla sua applicazione.







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